BRINDISI – A dire il vero, nessuno si era illuso di ottenere dei risultati dall’ennesimo incontro promosso dal Ministero del Made in Italy per affrontare il processo di decarbonizzazione di Brindisi. Ma da Roma è giunta la conferma di queste perplessità perché sia l’Enel che il Governo nazionale non hanno fornito alcuna garanzia per il futuro economico ed occupazionale di Brindisi.
A questo si aggiunge che proprio il Governo questa volta era assente, visto che ha coordinato l’incontro uno dei capi di gabinetto del Ministero.
A fronte delle sollecitazioni del territorio, però, l’Enel si è limitata a dire che non intende andar via da Brindisi, anche se non è stato fatto alcun riferimento ad investimenti alternativi rispetto alla centrale che sta per essere dismessa.
Il Governo, invece, valuterà se dar vita ad un accordo di programma per Brindisi, coinvolgendo anche il Ministero della coesione e del PNRR che fa capo a Raffaele Fitto, oltre alla cabina di regia della Zes e ad Invitalia.
Questa eventualità potrebbe riaprire le porte – così come chiesto da Gentile della Cna – alla realizzazione di un gruppo di produzione energetica a turbogas, grazie all’intervento finanziario con i fondi del PNRR.
E nel frattempo la centrale di Cerano potrebbe essere tenuta in vita per altri due anni in regime di essenzialità e cioè al servizio di eventuali fabbisogni aggiuntivi del paese.
Adesso bisognerà vedere se ci saranno impegni aggiuntivi nei prossimi giorni, anche allo scopo di tranquillizzare centinaia di lavori su cui è piombato da tempo lo spettro della disoccupazione.