SAN FOCA – Era il 17 luglio del 2022 quando Sara Rollo, 43enne di San Donato e Antonio Carlà, 47enne di Lecce, persero la vita in sella alla loro motocicletta, dopo aver impattato contro il cordolo di una pista ciclabile sulla Torre Specchia – S.Foca, all’ingresso della marina di Melendugno.
Per quell’ incidente stradale, il pm Alessandro Prontera aveva iscritto nel registro degli indagati cinque persone con l’ipotesi di accusa di omicidio colposo: quella pista ciclabile, infatti, sarebbe stata realizzata senza adottare le misure di sicurezza necessarie.
Adesso – a distanza di quasi due anni – a conclusione delle indagini preliminari, il numero degli indagati scende a 4: il 68enne Salvatore Petrachi, in qualità di responsabile dell’Ufficio tecnico del comune di Melendugno, il 66enne Antonio Nahi, responsabile del servizio di Polizia Municipale e della gestione della sicurezza stradale, il 52enne Mauro Fasiello, direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione, e la 58enne Maria Grazia Saracino, nella veste di amministratore della società affidataria dei lavori di realizzazione della pista ciclabile.
I quattro – si legge nelle carte – avrebbero cagionato il decesso della giovane coppia “per imprudenza, negligenza e imperizia”, non avendo previsto interventi di messa in sicurezza del cantiere: nessuna pre-segnalazione del restringimento della carreggiata con apposita segnaletica stradale, dispostivi luminosi, o adeguate recinzioni.
Adesso che l’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato, i quattro indagati avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere ascoltati dal pm o presentare memorie difensive, attraverso gli avvocati Silvio Verri, Giuseppe Corleto, Daniele Scala e Anna Centonze.
Ad ogni modo per quella tragedia della strada rischiano il processo.
Giorgia Durante
