COPERTINO – La memoria non è dovere ma una scelta. Una scelta di campo per non ripetere gli errori e gli orrori del passato. A Copertino si celebra con questi intenti la giornata della memoria con tanti piccoli passi che guidano il cammino attraverso il dramma dei bambini ebrei, rom e sinti e di tutte le minoranze trucidati nei campi di concentramento nazisti senza dimenticare il disagio e il dolore di tutti i bambini senza diritti nel mondo in modo particolare di quelli dei paesi sottosviluppati e dei teatri di guerra.
Dalla splendida cornice della chiesa di Santa Chiara si leva al cielo il canto del coro “Fantasia di voci” dei bambini dell’istituto comprensivo San Giuseppe da Copertino che spalancano le porte alla mostra internazionale del libro d’artista con lo sguardo rivolto alle pietre di inciampo trait d’union tra memoria e oblio.
Le pietre di inciampo spingono a guardare in basso ma anche in alto nelle case e nei palazzi dove si sono verificati i drammatici fatti della Shoah. Passi di memoria e pezzi di memoria portano alla Casa della Memoria, dove aleggiano i ricordi più intimi donati dalla famiglia di uno dei pochi sopravvissuti ad Auschwitz, Piero Terracina, e dove si è svolta la cerimonia pubblica di consegna delle pietre di inciampo a diversi sindaci del Salento. Una pietra, un nome, una persona, una rosa bianca per non dimenticare nel giorno della memoria lo sterminio ebraico alla luce flebile di una menorah che arde e risplende sulla storia di un popolo.
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