PUGLIA – La Corte di Cassazione ha annullato centinaia di addebiti alle autogestioni amministrate da Gestioni e Servizi di Luciano Marzo per presunti consumi idrici. Secondo i giudici della Suprema Corte – che hanno accolto in pieno le tesi sostenute dagli avvocati Piero Mongelli e Luisa Carpentieri – “non si è in grado allo stato di quantificare l’importo complessivo delle somme che AQP deve restituire o compensare verso le autogestioni ma si può presumere che, complessivamente, si parla di centinaia di migliaia di euro”.
La vicenda trae origine da un accordo del 2007 sottoscritto da Aqp e Iaco con il quale si chiudeva un contenzioso relativo all’enorme debito dell’istituto autonomo a case popolare verso l’Acquedotto pugliese in base al quale i consumi idrici da quel momento in sarebbero stati pagati dalle autogestioni degli assegnatari che però non si erano ancora costituite. Si avviava così una lunga battaglia giudiziaria che alla fine, giunta innanzi al Supremo Collegio della Cassazione, dava definitivamente ragione alle tesi delle molte autogestioni impegnate nel contenzioso. Prendeva le mosse così un lunga querelle giudiziaria sfociata in tre diverse sentenze, corrispondenti a tre diversi tronconi della vicenda, con le quali la Cassazione (confermando in pieno le decisioni della Corte d’Appello di Lecce) ha definitivamente chiuso il contenzioso. Per gli avvocati Mongelli e Carpentieri è stata resa “giustizia alle migliaia di Autogestiti della Provincia di Lecce che non si sono piegati dinanzi a quello che oggi potremmo definire come un vero e proprio atto di arroganza di colossi economici che, con un accordo privato sottoscritto tra loro, hanno tentato di far gravare sui cittadini centinaia di migliaia di euro per consumi idrici a loro giuridicamente non imputabili e, soprattutto, da loro concretamente non verificabili”.