FEMMINICIDIO – Mentre sui social e nei salotti televisivi impazza il dibattito sull’omicidio di Giulia Cecchetin, il sindaco di Nardò Pippi Mellone pubblica un post su Facebook nel quale invoca la pena di morte per il killer della ragazza.
L’omicidio efferrato, brutale, di Giulia Cecchetin, ha innescato un dibattito serrato e, a volte, stucchevole – se non a tratti surreale – sui social e nei salotti televisivi dove personaggi in cerca d’autore sfilano quasi intinterrottamente per pronunciare sentenze e proporre rimedi per debellare questa escalation del femminicidio
Tra gli addetti ai lavori, invece, c’è chi parla di un omicidio premeditato e c’è chi scava tra le diffuse fragilità emotive e sentimentali e i disturbi della personalità del killer legati a un possibile narcisismo patologico. Fa già discuter, intanto un post pubbklicato le scorese ore su facebook dal sindaco di Nardò Pippi Mellone che senza tanti giri di parole invoca la pena di morte per Filippo Turetta, presunto killer di Giulia.
“Sento molte analisi sociologiche, tanti intellettuali indaffarati a illustrare le ragioni, le migliori menti della nazione intente a scavare nelle ragioni più profonde, mentre i telegiornali ogni giorno raccontano storie sempre più assurde e dolorose.
Ecco, col pragmatismo che tutti mi riconoscono, io penso che vadano riaperti i manicomi perché le strade sono piene di pazzi autentici e, per dar retta ai perbenisti, la povera gente piange lacrime amare. E penso pure che bisognerebbe riformulare l’educazione, insegnare e bla bla bla…. ma poi, di fronte a delitti efferati come questo – quando non c’è nessun dubbio sull’autore – io sono per la pena di morte. Pena di morte per i femminicidi e per ogni delitto simile. Ora e per sempre.
Parole chiare, dure come pietre che finiranno con innescare, giocoforza, polemiche a non finire.
L’unica cosa certa, al momento, è che l’ipotesi di reato per l’omicida della povera Giuia è d omicidio volontario.