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21enne pestato e gettato nella scarpata: in quattro a processo

LECCE – MANDURIA – La notte tra il 22 e il 23 febbraio scorso Natale Naser Bahtijari, partito da campo Panareo a Lecce, raggiunse Manduria per riscuotere il denaro di una precedente fornitura di droga. Un viaggio di sola andata, culminato nel suo cruento assassinio e il ritrovamento del corpo, lanciato da un cavalcavia, qualche ora dopo.

Questo lunedì mattina nell’aula bunker del carcere di Lecce la GIP Giulia Proto ha rinviato a giudizio i tre giovani ritenuti responsabili dell’omicidio del 21enne rom: i manduriani Vincenzo Antonio D’Amicis di 19 anni, Domenico D’Oria Palma e Simone Dinoi, entrambi di 23 anni.

Subirà un processo anche il nonno di D’Amicis, Vincenzo Stranieri, boss Scu meglio noto come “Stellina”, accusato in concorso con il nipote di aver rapinato l’auto con la quale Natale Naser aveva raggiunto Manduria.

Il collegio difensivo è composto dai legali Franz Pesare, Lorenzo Bullo e Armando Pasanisi.

Il pubblico ministero Milto Stefano De Nozza, che ha condotto le indagini, aveva chiesto il rinvio a giudizio anche per il fratello della vittima, Suad Bahtijari, di 29 anni, accusato di aver ceduto 100 grammi di cocaina ai tre principali imputati per la morte del fratello Natale. La sua posizione è stata però stralciata.

Il Pm aveva invocato il processo anche per Cosimo Molendini, titolare del pub dove la vittima sarebbe stata pestata brutalmente e accusato di favoreggiamento per aver spento le telecamere del suo locale, ripulito le tracce di sangue e negato di conoscere gli aguzzini.

L’uomo, tramite il suo legale, ha chiesto il patteggiamento.

La mamma e un fratello di Natale Naser si sono costituiti parte civile, così come la fidanzata che da Naser aspettava una figlia, adesso venuta alla luce. Ad assisterli gli avvocati Stefano Pati, Renata Minafra, Stefano Stefanelli e Ladislao Massari.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti sono due i moventi del brutale assassinio: droga e vendetta.

Il 21enne sarebbe stato ucciso per un debito di droga contratto dai manduriani con il fratello maggiore della vittima, Suad: faccenda, questa, che chiama in causa anche un nascente giro d’affari sull’asse Lecce-Manduria. Secondo movente: uno sgarro al clan Stranieri, manifestatosi con presunti spari indirizzati all’auto della figlia del Boss Stellina nonchè mamma di Vincenzo D’Amicis.

Il processo per far luce sulla morte di Natale Naser si aprirà il 19 gennaio prossimo, davanti alla Corte d’Assise di Taranto.

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