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A Brindisi si torna a parlare di centrale a turbogas a Cerano

BRINDISI – L’Italia, come è noto, è impegnata nell’attuazione di un processo di decarbonizzazione del paese.  Il tempo stabilito inizialmente è stato fissato nel 2025, ma adesso i paesi europei stanno valutando se far slittare tale termine, soprattutto in considerazione del fatto che molte delle condizioni auspicate non si sono verificate.

Per fronteggiare questa situazione si sta lavorando in direzione di una crescita esponenziale dell’energia prodotta da fonti rinnovabili in maniera tale da non dipendere, per due terzi del fabbisogno nazionale, da approvvigionamenti rivenienti da paesi esteri.

Continuare ad affermare, però, che eolico e fotovoltaico potranno sostituire in tempi brevi  la produzione di energia riveniente da combustibili fossili è azzardato e quindi sono in tanti a ritenere che sia impensabile ipotizzare di poter fare a meno del gas.

La risorsa-gas, dunque, è al momento insostituibile per il sistema Paese, soprattutto per la sicurezza energetica, ed è un motivo in più perché si possa riconsiderare la realizzazione a Brindisi – come proposto in maniera dettagliata dal presidente della CNA di Brindisi Franco Gentile – di un impianto di produzione di energia alimentato a gas, proprio nel sito di Cerano, accantonato troppo frettolosamente sulla spinta emozionale di una improbabile autosufficienza raggiungibile con le rinnovabili.

Il progetto dell’Enel per la “sostituzione delle unità a carbone esistenti con nuove unità a gas presso la centrale termoelettrica di Brindisi” ha già ottenuto il decreto di compatibilità ambientale. A questo punto, anche Terna (gestore della rete) potrebbe tornare sui suoi passi, inserendo il nuovo impianto a turbogas tra quelli “utili” a garantire stabilità alla rete elettrica nazionale. E, di conseguenza, anche l’Enel potrebbe tornare sulle sue scelte iniziali.

E’ evidente , come sottolinea Gentile, che per Brindisi sarebbe una opportunità per continuare ad essere un hub nazionale nel comparto energetico, puntando su gas e rinnovabili, con evidenti benefici economici ed occupazionali per l’intero territorio su cui incombe il rischio di un lento ma costante processo di deindustrializzazione, proprio a partire dal comparto energetico.

Mimmo Consales

 

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