Attualità

Quando l’intelligenza artificiale “batte” Joyce

LECCE – “Va’, cerca di lei cortesemente

E dille che sto per venire”.

Questi sono i primi versi “Go seek her out”, in italiano “Va’, cerca di lei”, poesia in cui il grandissimo scrittore irlandese James Joyce affida al vento un messaggio per la sua amata.

“Sotto il cielo stellato mesto e profondo,

Nell’infinita notte, solitario io vagabondo”.

Questi, invece, sono i primi due versi di un autore sconosciuto. Sconosciuto perché, semplicemente, non esiste.

È il singolare esperimento social sull’intelligenza artificiale, lanciato dal giornalista e scrittore Vincenzo Sparviero, che fa molto riflettere sull’ultima frontiera della tecnologia mainstream. Tecnologia che, in un sondaggio lanciato su Facebook, vince su James Joyce. Sono 500 le persone ad aver risposto e, appunto, la maggioranza ha scelto il secondo componimento che è realizzato interamente dall’intelligenza artificiale, con solo alcuni input inseriti da Sparviero.

“È importante notare che, sebbene l’intelligenza artificiale apporti vantaggi significativi al giornalismo, solleva anche preoccupazioni etiche come il rischio di pregiudizi negli algoritmi, la perdita di posti di lavoro e la diffusione di fake news o disinformazione”.

La chiusura di questo servizio che avete appena letto non è della sottoscritta, ma creato dall’intelligenza artificiale.

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