LECCE – Mancata rotazione del personale, carenza servizi igienici, mancanza sale sosta, percorrenze inadeguate, congrua programmazione navette, criticità delle linee del trasporto pubblico locale. E ancora: mancato accordo sulla contrattazione aziendale e del premio di risultato; estromissione delle Rsa dalle normali consultazioni, previste dalle normative; disposizioni di esercizio con comandi di straordinario obbligatorio. Un lungo chaier des dolèances quello illustrato dalle organizzazioni sindacali che puntano il dito nuovamente contro la Sgm.
I giorni trascorrono. Inutilmente. Perché i problemi restano irrisolti. E dall’Azienda non arriva nessuna risposta concreta e convincente per i lavoratori. E allora ecco un nuovo sciopero all’orizzonte.
Filt-Cgil, Ugl Fna e Uil Trasporti – praticamente l’80 per cento della rappresentanza della forza-lavoro, incroceranno le braccia il prossimo 6 novembre.
Le tensioni che hanno di fatto interrotto le relazioni sindacali restano sul terreno che rischia di diventare disseminato da pericoloso e mine. “Basta con le piccole risposte a step – tuona Fabrizio Giordano, segretario della Filt-Cgil – E’ ora di cambiare il modello delle relazioni sindacali all’interno della municipalizzata. In caso contrario continueremo la nostra battaglia e tutela dei lavoratori e dei cittadini leccesi. La politica ci ascolti e prenda finalmente posizione”.
“Ci scusiamo sin d’ora con i cittadini per i disagi che saranno costretti a sopportare – afferma Vito Baglivo, segretario Ugl – Ma le responsabilità sono a monte. L’azienda non vuole affrontare e risolver le nostre giuste richieste e va dritta per la propria strada senza nemmeno tentare di ascoltare i lavoratori”.
Questa volta lo sciopero durerà per l’intera giornata, e non tre ore come nell’ultima occasione. Segno inequivocabile che oramai tra Sgm e lavoratori è guerra aperta.
