Cronaca

Apostrofata su FB “untrice covid”, chiede soldi e scuse: condannata

SUD SALENTO – Avrebbe chiesto le pubbliche scuse e denaro in contanti come risarcimento per un commento facebook ritenuto denigratorio nei suoi confronti. Lo avrebbe fatto insistentemente e con il ricatto, tanto da essere condannata per estorsione a tre anni e mezzo di reclusione, insieme al compagno accusato di estorsione in concorso.

Un passo indietro. Quando il covid ha fatto il suo ingresso nel Salento, siamo nella primavera di tre anni fa, è scattata subito la caccia all’untore. Ed è in quel clima di paura e diffidenza che i social hanno fatto il resto ed è in quel periodo che trae origine la vicenda.

Una donna, 32enne del sud Salento leccese, si è accorta di essere stata presa di mira su facebook da un concittadino, in un commento scritto sulla bacheca del sindaco. L’uomo l’avrebbe accusata, a più riprese, di aver contagiato più persone, circolando liberamente in paese pur essendo positiva al virus.

Lei a quel punto avrebbe deciso di contattarlo, pretendo le scuse pubbliche e un risarcimento danni in contanti: soldi da consegnarle brevi manu. Ad una prima richiesta, ne sarebbero poi seguite delle altre, a suo dire insistenti, tanto da spingere il soggetto in questione a parlarne con i carabinieri, senza mai formalizzare però una denuncia vera e propria.

A quel punto, come previsto dalla Legge, si è proceduto d’ufficio e il caso è approdato in Procura. Ne è nato un processo a carico della 32enne, difesa dall’avvocato Diego Cisternino.

La decisione del collegio, presieduto dal Giudice Pietro Baffa, sarà impugnata dal difensore.

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