LECCE- Una strage continua, con battute di pesca notturne che fruttano fino a 130 tonnellate a retata, con l’uso del cianciòlo. Una tecnica a circuizione che intrappola interi banchi di pesce, attirandoli nella rete con l’uso proibito di sonar, lampade e pastura. A praticarla nelle acque salentine non sono i pescatori locali (costretti peraltro al fermo fino al prossimo 4 ottobre) ma le motonavi che arrivano da fuori regione, soprattutto Sicilia e Campania.
A Gallipoli staziona da giorni un mega peschereccio campano.
Delle conseguenze di questa mattanza, e delle misure urgenti da adottare per fermarla, si è discusso ieri sera a Controvento, nel dibattito condotto da Cesare Vernaleone e Walter Baldacconi. I pescatori salentini denunciarono il problema già due anni fa con una grande manifestazione a Leuca, sostenuta dal Movimento Regione Salento. Ma da allora, nonostante gli impegni dell’assessore regionale alla pesca Donato Pentassuglia, nulla è stato fatto per fermare i motopescherecci forestieri che continuano a rastrellare i nostri mari.
Ma la soluzione chiesta dal consigliere regionale Paolo Pagliaro – ossia la delimitazione di aree cuscinetto dove proibire lo stazionamento delle motonavi da pesca – resta in una mozione che attende di essere discussa da un anno. I pescatori locali sono sfiduciati.