GALATINA – L’accusa era di aver acquistato, negli anni tra il 2009 e il 2013, con i soldi destinati ai bambini ospiti della casa famiglia che dirigeva, case, terreni e anche una barca per 1.370.000 euro. Ora, in Appello, i giudici hanno assolto “perché il fatto non sussiste” Bruno Dollorenzo, la moglie e la suocera, riformando integralmente la sentenza di condanna di primo grado per malversazione.
La struttura era “L’aquilone”, finita nell’occhio del ciclone prima per presunti maltrattamenti e poi per l’uso del denaro percepito per ogni ragazzino ospite della casa famiglia. Nel 2014, la Finanza eseguì il sequestro preventivo di beni mobili e immobili e di denaro riconducibili a due cooperative di utilità sociale cui faceva capo la comunità galatinese, e ai loro gestori. Si indagò sulla gestione finanziaria della struttura perché destinataria di contributi pubblici erogati da numerosi comuni (Aradeo, Cutrofiano, Galatina Campi Salentina, Cavallino, Corigliano d’Otranto, Francavilla Fontana, Latiano, Leverano, Maglie, Melpignano, Otranto, Salice Salentino, San Cesario) che usufruivano del servizio di affido residenziale di minori. In abbreviato, nel 2017, i tre furono condannati a due anni ciascuno; la vicenda adesso si conclude in Appello con l’assoluzione che fa decadere la confisca e il sequestro dei beni, oltre che la richiesta dirisarcimento di 40mila euro per i Comuni coinvolti.
I tre imputati sono difesi dall’avvocato Mario Coppola.