LECCE – Via Calore, Borgo San Nicola, periferia nord di Lecce. Il complesso di appartamenti murati a metà nelle porte e nelle finestre, abbandonati e pericolanti, racconta una storia a sé stante, fatta di incuria, degrado e sporcizia. Appena si varca quello che sino a qualche anno addietro era l’ingresso ecco apparire lo scempio. Totale e mortificante.
Qui, tra erbacce e rovi si trovano rifiuti di ogni genere: scarti di lavori di edilizia, mattonelle, bustoni con vestiario usato, scarti alimentari, vecchi giocattoli e vecchi mobili che un tempo arredavano quelle case dichiarate poi inagibili. Ma non solo, anche un camion fermo da chissà quanto e quel che resta di tre scooter con targa ancora bel in vista.
Facile immaginare, superando la recinzione metallica che delimita l’area del cantiere ormai dismesso, perché qualche anno addietro quelle palazzine popolari vennero anche sottoposte ad interventi di risanamento urgenti, che qualcuno trovi riparo al loro interno, utilizzandole come rifugio di fortuna o come luogo per attività poco lecite lontano da occhi indiscreti
Uno scempio, in un rione, che passo dopo passo si sta rifacendo il look
Tra i residenti nessuna voglia di parlare di quel mostro in cemento che giorno dopo giorno perde pezzi e che rappresenta un rischio per tutti. Anche il parroco della parrocchia di san Nicola da Mira, don Cosimo, ha poche parola da aggiungere. Dice solo di aver chiesto l’intervento dei vigili e del comune. Ma per ora ha soltanto ottenuto un cestino dei rifiuti ed un contenitore per la raccolta degli abiti usati. Intanto, sul pannello sei per tre posizionato all’ingresso del cantiere, la scritta che indica la fine dei lavori, giugno 2017, continua a sbiadirsi inesorabilmente.