SALENTO – Quello che sta accadendo in questi giorni tra Gallipoli, Ugento e l’alto Ionio è un film già visto la scorsa estate, anzi un incubo, e i pescatori sono arrabbiatissimi.
Come vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi, in questo momento ci sono tre imbarcazioni – Madonna di Fatima, Maria di Medjugorje e Med Surveyor – in azione nei mari con la tecnica della pesca con il cianciolo, rete da circuizione a chiusura meccanica.
In attesa che le autorità intervengano, a fronte dell’evidente mattanza – spiegano i pescatori – qualcuno di loro nelle scorse ore ha deciso di seguire i movimenti delle imbarcazioni, almeno quando non spengono l’AIS, il meccanismo che consente di tracciarne i movimenti.
Ebbene nella notte di giovedì la Med Surveyor (barca di 47 metri censita come “imbarcazione a supporto della pesca”) ha scandagliato il fondale nei pressi delle secche di Ugento, passando e spassandoci sopra più volte e suggerendo al pescatore locale che li ha seguiti, dopo averlo abbagliato, di non intralciare la loro attività, che è di mero studio dell’area. Cosa si stia studiando, però, non è dato saperlo.
In tarda mattinata la risposta a questo interrogativosembrerebbe servita su un piatto d’argento: in quella stessa zona battuta di notte dalla Med Surveyor, alle prime luci del mattino il peschereccio “Madonna di Fatima” è andata a calare le reti.
“Un’imbarcazione va in avanscoperta, sonda il terreno e comunica alle altre due la zona più ghiotta. A queste ultime, poi, il compito di procedere con la razzia”: è questa l’idea che si sono fatti i pescatori locali.
E mentre la Capitaneria rassicura di essere già al lavoro per monitorare questa situzione, loro non ci stanno: “quello che sta accandendo è gravissimo – dicono – e non chiama in causa soltanto il futuro dei pescatori, ma dei fondali e dell’intero ecosistema marino. Bisogna mobilitarsi tutti insieme: è in gioco il futuro del nostro mare”.
E.FIO