Politica

Salvemini, la leadership perde quota e le primarie sono un rebus

LECCE – L’unica cosa certa è che le primarie si faranno. Lo ha deciso Salvemini, pronto a rimettersi in gioco per puntare alla ricandidatura a sindaco di Palazzo Carafa. Fin qui, appunto, le certezze. Perché nel centrosinistra ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere. Questioni di metodo, e non solo. Intanto non è andata giù a molti la “sortita” del sindaco di Lecce perché se è vero che ha di fatto spiazzato il Pd dall’altro è stata letta come una vera e propria fuga in avanti. Salvemini, infatti, non si è limitato a dire sì alle primarie ma è andato oltre stabilendone i tempi di attuazione (“entro il 29 ottobre”).

I mugugni sono palpabili ma nessuno esce allo scoperto, almeno per il momento. Nel frattempo Salvemini incassa il via libera da buona parte dei maggiorenti del partito democratico. I vertici dem hanno annullato il faccia a faccia con il sindaco e rinviato a data da destinarsi l’assemblea provinciale programmata per il 10 settembre che aveva all’oggetto la celebrazione delle primarie. Quest’ultimo incontro resta in bilico. La sensazione è che si farà in ogni caso. L’ipotesi, tutta da verificare, che diventi l’occasione per formalizzare la candidatura di un esponente dem, il vicesindaco Sergio Signore nella fattispecie, non basterà a interrompere i sogni di gloria di Salvemini ma rappresenterà di certo un segnale politico significativo in arrivo dal partito perno della coalizione.

Della partita delle primarie dovrebbe far parte anche il coordinatore cittadino di Sinistra italiana, Pierpaolo Patti, da tempo su posizioni critiche rispetto all’operato della maggioranza targata Salvemini. Ad appoggiarlo ci saranno pure Verdi e Psi, ma l’obiettivo è di allargare la base di consenso per cercare di calamitare eventuali fette di dissenso nei confronti del sindaco uscente. La stessa linea che intende seguire La Puglia in Più. Nel movimento non si parla apertamente di possibili candidature: Dario Stefàno resta defilato, almeno fino a quando il discorso resta ancorato alle primarie.

Da Puglia Popolare arrivano invece segnali ben precisi: “Per quanto ci riguarda – ribadisce il coordinatore cittadino Francesco Foresio – l’unico candidato sindaco è Alessandro Delli Noci o, in alternativa, un rappresentante che sia espressione del mondo del civismo. In caso contrario non parteciperemo alle primarie”.

Al netto di ogni valutazione politica l’impressione – qualunque sia l’esito finale del percorso traguardato dalle primarie – è che la leadership di Salvemini all’interno della coalizione sia meno solida di un tempo. Basta far rotolare il nastro all’indietro per rendersi conto che il percorso verso la ricandidatura a sindaco abbia incontrato più di un ostacolo. A febbraio mette a disposizione la sua candidatura. La risposta degli alleati tiepida. A fine giugno la coalizione si ritrova attorno ad un tavolo, ma la candidatura non decolla. Ci riprova in pieno agosto, ma l’appuntamento va in malora: un nulla di fatto – condito da critiche e massicce dosi di sarcasmo – in attesa dell’assemblea del Pd. A quel punto Salvemini chiama a raccolta la sua maggioranza ma all’appello rispondono in pochi. Fino alla sortita di lunedì con il sì alle  primarie. Una mossa a scacchi per anticipare i dem. Ma la strada verso il tris di Salvemini oggi appare più in salita.

Antonio Greco

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