Attualità

Le somministrano il radiofarmaco ma la Pet è rotta, la rimandano a casa

LECCE – Non solo i tempi biblici per un esame vitale e nessuna possibilità di accorciarli, quando spesso la malattia è anche una corsa contro il tempo, e la conseguente , unica, scelta è di pagare di tasca propria per quell’esame

come è accaduto a Raffaella Bandello, lo scorso giugno, quando ha dovuto rivolgersi a privati per effettuare una risonanza cerebrale richiesta dal suo oncologo. Ma accade anche che alla paziente sia somministrato il radiofarmaco per eseguire una Pet Tac e solo dopo averglielo iniettato le venga detto “ci dispiace, il macchinario è di nuovo rotto e l’esame non si può fare”.

Dal COrO , il Centro di Orientamento Oncologico ( al quale le è stato detto di rivolgersi) e che dovrebbe prendere in carico tutti i pazienti oncologici, nessuna riposta a lei, e nessuna risposta a noi. (telefonata)

Tra Oncologico e COrO, come lamentato più volte da altri utenti, non c’è dialogo, il personale a disposizione del centro risulta insufficiente e l’apertura oscilla tra le due e le tre ore al giorno. Citofonando – hanno detto alcuni – bisogna aspettare e pregare perchè qualcuno risponda.

Nella storia di Raffaella Bandello 59enne , paziente oncologica da 5 anni per una recidiva, ci sono , purtroppo, i disagi di tantissimi altri pazienti ai quali, in alcuni casi, troppa pazienza viene richiesta.

Nel suo racconto lo sfogo di chi lotta come una guerriera, ma ogni giorno deve abbattere i muri delle lungaggini, delle attese, e purtroppo anche dei disservizi.

Una situazione nella quale si è trovata insieme ad altri pazienti che come lei accettano e combattono ogni giorno con il dolore e la fatica della malattia, ma non possono accettare mancanze e disservizi.

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