LECCE – San Cataldo, un mese dopo l’inferno di fuoco che ha ridotto in cenere ettari di macchia mediterranea e pineta, distrutto case e automobili e provocato una ferita che stenta ancora a rimarginarsi. Il 25 luglio, esattamente un mese addietro, l’incendio, appiccato in quattro punti differenti e distanti, dall’area nei pressi di Campoverde e sin oltre la darsena, lascia ancora i segni soprattutto sulla pelle di chi ha subito danni ingenti. Danni che, ad un mese dall’enorme rogo, sono ancora in corso di quantificazione da parte dei carabinieri forestali a cui sono affidate le indagini. Quantificazione dei danni, che dovrebbe essere consegnata comunque entro il prossimo 31 agosto, termine ultimo per la presentazione, agli organi competenti. Intanto tra martedì e mercoledì prossimi ci sarà una riunione in cui saranno acquisite le perizie giurate dei proprietari delle abitazioni andate distrutte o danneggiate nell’incendio. Passaggi fondamentali ed indispensabili, per il riconoscimento dello stato di emergenza, approvato con una delibera di giunta convocata in seduta urgente il giorno successivo al devastante rogo, dopo gli accordi intercorsi telefonicamente fra il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, il governatore Michele Emiliano e il Ministro Raffaele Fitto – e immediatamente trasmessa al Governo regionale e nazionale. Un iter che poi arriverà, dopo vari passaggi, al Governo centrale, al quale spetterà la parola finale in termini di ristori per chi ha subito danni. Intanto a San Cataldo, nonostante la ferita ancora aperta, si torna alla normalità, tra iniziative come quelle del Locomotive Jazz Festival e la tappa della Notte della Taranta che nei giorni scorsi hanno portato migliaia di persone sul lungomare della marina leccese, e turisti e villeggianti che hanno continuano a trascorrere giornate di relax in riva al mare. Anche dai titolari delle tante attività commerciali presenti nella marina leccese, una spinta forte per rilanciare San Cataldo, con iniziate per allietare chi si reca anche solo per una passeggiata. Quei giorni terribili ma indimenticabili sono alle spalle, dicono, adesso guardiamo avanti.
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