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PNRR e bonifiche, ritardi e criticità: Autigno e Lecce sono fuori

BARI – Erano ad un passo dall’agganciare una parte dei 500 milioni di euro destinati dal Pnrr alle bonifiche, ma tutto è sfumato. Almeno per ora. Le bonifica della discarica di Autigno e dell’ex inceneritore Saspi di Lecce, dovranno attendere il prossimo treno.

Ma andiamo con ordine: il PNRR prevede una misura specifica per la “Bonifica dei siti orfani”. Il totale destinato a questo è di 500 Milioni di euro; l’obiettivo è dare alle aree industriali dismesse e degradate una nuova possibilità, visto che il riferimento è proprio all’inquinamento industriale che ha lasciato in eredità molti siti “orfani” con rischio significativo per l’ambiente, per la salute e la qualità della vita. La fetta dei 500 milioni di euro spettante alla Puglia è di 44 milioni 550mila euro. E così in via Gentile si è provveduto a fare l’elenco dei siti orfani, classificandoli in base alle priorità. Primo, dunque, risulta l’impianto di discarica di Autigno, a Brindisi: 240mila metri quadri totali, 60mila metri quadri la fetta di suolo sul quale intervenire per 21milioni di euro complessivi. I lavori prevedono la messa in sicurezza del corpo rifiuti e delle sue emissioni, qualificati come sorgenti primarie di contaminazione delle matrici ambientali interessate, progettazione ed esecuzione di indagini integrative di caratterizzazione, elaborazione analisi di rischio, progettazione ed esecuzione del progetto operativo di bonifica e ripristino ambientale – matrice suolo, matrice acque e sorgente primaria di contaminazione.

Il secondo progetto ammesso a finanziamento, in ordine di priorità, è l’ex inceneritore Saspi, sulla via Vecchia Lizzanello a Lecce, 1 km dal centro abitato, 54mila mq interamente da bonificare per un totale di 8 milioni e mezzo di euro. Una messa in sicurezza permanente, della matrice suolo, acque e sorgente primaria di contaminazione.

Nell’elenco dei 6 interventi, come ultimo compare anche la bonifica dell’ex opificio Zincherie adriatiche di Diso, 29mila400 metri quadri. Ma per quello ancora non si è andati alla fase di progettazione successiva.

Al momento, dunque, erano stati ammessi i primi due. Ma all’atto finale, quello di approvazione del finanziamento che darà il via alle opere, entrambi sono stati stralciati per “sopraggiunte criticità”. “Il tempo trascorso tra la candidatura e l’approvazione del Piano d’azione – è la spiegazione – nonché i tempi ancora necessari per la definizione e sottoscrizione dell’accordo sono tali da non garantire il raggiungimento dell’obiettivo che prevede la riqualificazione di almeno il 70% della superficie del “suolo dei siti orfani” entro il marzo 2026″; quanto all’ex inceneritore di Lecce, invece, la motivazione è che “il sito non rispetta più tutti i criteri di dei siti orfani del PNRR perché da successivi rilievi è emerso che il superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) nella matrice suoli non è più soddisfatto”.

Via, dunque, entrambi dal treno del Pnrr.

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