Attualità

Gli effetti su Brindisi del processo di decarbonizzazione

BRINDISI – Il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin ha sottoscritto un atto di indirizzo a Terna per disporre una riduzione al minimo della produzione di energia elettrica da carbone. Il che comporta un immediato coinvolgimento della centrale termoelettrica dell’Enel di Cerano. Una comunicazione, quella del ministro Fratin, arrivata nello stesso giorno in cui il ministro delle imprese Urso ha risposto in aula, alla Camera, nel question time ad una precisa richiesta dei parlamentari di Forza Italia D’Attis e Battilocchio i quali hanno chiesto l’immediata convocazione del comitato di coordinamento finalizzato al rilancio delle attività imprenditoriali, alla salvaguardia dei livelli occupazionali ed al sostegno dei programmi di investimento e sviluppo imprenditoriale delle aree industriali di Brindisi e di Civitavecchia.

A dire il vero, D’Attis e Battilocchio avevano anche indicato a quale fonte di finanziamento attingere, ma dal ministro Urso è arrivata la conferma che quelle somme sono già tutte impegnate e che quindi bisognerà individuare altri canali per poter intervenire su Brindisi e Civitavecchia.

Probabilmente – questo va detto – i governi che hanno preceduto quello attuale sarebbero dovuti intervenire per agevolare il processo di de carbonizzazione ed invece per anni non si è fatto nulla ed alla vigilia dell’ormai nota scadenza del 2025 realtà come quella di Cerano rischiano di scomparire trascinando a fondo una intera economia che ruota intorno alla centrale, tra manovalanza diretta e tutta quella che opera nell’ambito delle imprese coinvolte nell’indotto. Un rischio gravissimo che va scongiurato ed ecco perché l’iniziativa parlamentare assunta da Dattis e Battilocchio va proprio nella direzione auspicata.

Mimmo Consales

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