TR NEWS TALK – Sul dimensionamento scolastico si assiste ad uno scontro politico che mette in pausa la definizione dell’offerta formativa. Ad ogni buon conto si tratta di un allarmismo ingiustificato: nessun problema per gli studenti. A prendere posizione è Roberto Romito, presidente dei presidi pugliesi.
Con le nuove norme – spiega il nunero uno dell’Anp – le scuole intese come luoghi in cui si effettua il servizio di istruzione rimarranno dove sono, nella misura in cui sono, e continueranno a funzionare come previsto. Ciò che cambierà sarà il numero e la dislocazione delle dirigenze scolastiche, che non tutte le scuole oggi possono avere: molte di esse (almeno 56) già oggi hanno un dirigente in reggenza e andranno a reggenza anche nel prossimo anno 2023/2024. Nell’anno scolastico successivo le reggenze, invece, spariranno e ogni scuola, indipendentemente dal numero degli alunni che le frequenteranno, avrà un dirigente stabile (ed un DSGA). Stabilità che non può aversi con la reggenza, che un anno tocca ad uno e l’anno successivo ad un diverso dirigente. I quali, nel corso dei due incarichi cumulativi, avendo due diverse scuole cui badare, devono necessariamente moltiplicarsi per due per gestire “due di tutto”: due consigli di istituto, due collegi dei docenti, due diversi bilanci con due diversi insiemi di finanziamenti e progetti, due diversi piani dell’offerta formativa, due contrattazioni integrative da fare con due diverse compagini sindacali con cui trattare, due piani di attività del personale, due diverse attitudini e capacità professionali del suo principale collaboratore amministrativo (il DSGA, diverso nelle due sedi), due diversi staff di collaboratori, e via discorrendo”.
“Crediamo che i cittadini e i loro figli destinatari finali del servizio scolastico – conclude Romito – non abbiano che da guadagnarci se, invece, il dirigente sarà unico e completamente dedicato alla “nuova” scuola”.