LEQUILE – Torniamo a parlare di un brutto fatto di cronaca: l’assassinio di Giovanni Caramuscio, 69enne che nel luglio di due anni fa fu ucciso a Lequile davanti ad uno sportello bancomat che aveva raggiunto, insieme alla moglie, per prelevare.
Una tentata rapina sfociata nel sangue: questo appurarono le indagini.
Ebbene per i due soggetti ritenuti responsabili dell’assassinio, Paulin Mecaj (32enne di Lequile) e Andrea Capone (29 anni di Lequile) in mattinata la Procura ha invocato la conferma dell’ergastolo a cui entrambi erano stati condannati in primo grado.
Ad incastrare i due indagati furono le indagini dei carabinieri, coordinati dal Pm Alberto Santacatterina: telecamere di videosorveglianza e testimonianze si rivelarono fondamentali per individuare Mecaj quale esecutore materiale (coluì che sparò sostanzialmente) e Capone come complice. Nonostante i ruoli diversi, la Corte d’Assise presieduta da Pietro Baffa il 6 dicembre scorso condannò entrambi al carcere a vita.
Per il processo d’appello, attualmente in corso, si torna in aula il 15 giugno prossimo.