LECCE – “Sarebbe opportuno che io lasciassi il passo a chi è più bravo di me. Con estremo piacere sono pronto a dare le dimissioni da presidente”. Gianluca Borgia, sbatte la porta. Si dimette da presidente della commissione Attività produttive del Comune di Lecce e accusa la sua stessa maggioranza di Palazzo Carafa. Un segnale che suona come una e propria sveglia per i fedelissimi di Salvemini. L’occasione è stata l’assenza – l’ennesima – dei rappresentanti del governo. All’appello non hanno risposto gli assessori Foresio e Nuzzaci, chiamati in causa per approfondire la vicende legata ai lavori di riqualificazione dell’area mercatale di Santa Rosa.
Il coup de theatre – perché inatteso e ruomoroso – di Borgia è stato anticipato dalle esternazioni di altri due esponenti della maggioranza. Prima la consigliera Paolo Povero (“Abbiamo bisogno di risposte. Questa commissione ha poco senso senza il Governo”), quindi l’affondo Saverio Citraro: “Si assiste a una anestetizzazione del consiglio comunale e delle commissioni. Non è possibile andare avanti in questa maniera per un altro anno”.
Uno strappo che rischia di aprire una crepa nella maggioranza consiliare e ha dato la stura agli attacchi dell’opposizione. “Dopo 4 anni il governo della partecipazione ha dimostrato di non partecipare neanche con i propri consiglieri”, ha chiosato Gianpaolo Scorrano. La senatrice Adriana Poli Bortone è andata oltre, entrando nel merito della questione: “Servono immediati ristori per gli operatori commerciali che non possono più lavorare perché l’Amministrazione ha deciso di avviare i lavori in periodi non opportuni”. Si rischia di arrivare fino al prossimo novembre, così come ha ammesso il consigliere Cosimo Murri Dello Iago che ha preannunciato una mozione ad hoc, non prima però di difendere a spada tratta la sua maggioranza: “Un clamore esagerato e fuori luogo: il mercato di Santa Rosa era fermo da anni”. E ancora: “Nessuna anestesia: prima si parla con gli assessori e poi li si convoca”.
Ad ogni buon conto, le dimissioni di Borgia rischiano di far emergere vecchi malcontenti mai sopiti nella maggioranza di governo. La sua sortita non rappresenta certo una voce nel deserto.
Antonio Greco