POGGIARDO – Un ospedale chiuso e da riconvertire, svuotato negli anni di molti servizi. È il presidio territoriale di assistenza di Poggiardo, visitato venerdì mattina dal consigliere regionale Paolo Pagliaro. Una stortura che è figlia di un piano di riordino ospedaliero in gran parte inattuato. E mentre si riorganizzano spazi e ambulatori, le carenze aumentano. Anche qui, infatti, come del resto verificato in tutti gli altri presìdi finora ispezionati dal consigliere regionale il problema più evidente è la penuria di personale sanitario che limita l’operatività degli ambulatori. Ma anche la inadeguatezza delle strumentazioni e di ambienti spesso arrangiati.
L’elenco è lungo. Nel laboratorio di Odontoiatria, ad esempio, la poltrona è obsoleta e fuori uso. Il Centro di Salute Mentale richiede una allocazione idonea e sicura, separata da altri ambulatori, data la particolarità degli utenti psichiatrici ed il rischio di episodi di violenza o autolesionismo e anche la Farmacia è da ammodernare e razionalizzare.
Criticità analoga per il serivio dialisi, che ha bisogno di locali più ampi da attrezzare per rendere confortevole l’assistenza ai pazienti, con più posti letto.
E ancora: in Radiologia serve un’apparecchiatura Rx telecomandata di nuova generazione in sostituzione di quella esistente, vecchia e guasta da tempo. C’è anche il rischio di emanazione di radiazioni.
Sul fronte delle Salre Operatorie, occorre riaccreditare almeno quella perfettamente attrezzata per piccoli interventi e per operazioni di ortopedia in day service.
C’è bisogno di nuove apparecchiature anche in Cardiologia, così come in Pneumologia e in Dermatologia.
Altra nota dolente – sottolinea Pagliaro – è l’Ospedale di Comunità ancora sulla carta: per poter accreditare la struttura con i 21 posti previsti, occorre velocizzare l’iter per i lavori della seconda ala visto che la prima è già idonea.
La necessità di adeguamento e razionalizzazione degli spazi interessa l’intero presidio di Poggiardo. Discorso a parte merita il servizio di emergenza-urgenza 118, che – sostiene il consigliere – va trasferito in locali idonei a piano terra per velocizzare gli interventi ed assicurare spazi idonei agli operatori, garantendo privacy e comfort. Infine, al quarto piano è necessario ristrutturare ed impermeabilizzare il tetto con guaina idonea.
È un passaggio fondamentale per fare sintesi e ricevere risposte ed impegni, come è già accaduto per altre strutture dell’Asl Lecce.
“L’obiettivo – conclude Pagliaro – è chiedere interventi che non comportano grossi impegni di spesa ma uno sforzo di ottimizzazione delle risorse esistenti, umane e strumentali, per fare un servizio alla comunità e offrire anche ai territori periferici un’assistenza sanitaria dignitosa e attenta ai bisogni della popolazione, soprattutto quella più fragile e anziani”.