TARANTO – La Guardia di finanza di Taranto ha dato esecuzione a un provvedimento emesso dal Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura della Repubblica-Direzione distrettuale antimafia, con il quale è stata disposta la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, per la durata di 5 anni, con obbligo di soggiorno nel Comune di Taranto, nei confronti di un pregiudicato tarantino di 42 anni.
L’indagato, che finì in carcere nell’aprile 2021, è ritenuto a capo di una presunta associazione dedita al traffico illegale milionario di gasolio agricolo. L’operazione, culminata nell’esecuzione di una quarantina di misure cautelari, fu chiamata «Petrolmafia». L’uomo era già stato sottoposto a misure di prevenzione di carattere personale nel 2005 e nel 2008. Nell’ambito dell’inchiesta sul traffico di carburanti è stato anche destinatario di un sequestro di beni per un importo di circa 20 milioni di euro.
Secondo le Fiamme Gialle, il 42enne avrebbe riciclato e autoriciclato nel circuito economico legale i proventi delle attività illecite, costituendo e finanziando una serie di società e di imprese intestate a se stesso e a “prestanome». L’indagine, avviata nel 2019, si è focalizzata sulla vendita di carburante in evasione delle accise, anche grazie al «controllo» di alcune imprese compiacenti operanti nel settore, con sedi nella provincia di Taranto e in Campania.
Per far “quadrare la contabilità”, le imprese “controllate” dall’indagato avrebbero emesso fatture attestanti falsamente la vendita di un equivalente quantitativo di gasolio agricolo ad aziende inattive e ignare, con sedi in diversi Comuni della Provincia di Taranto. Il carburante così ceduto in evasione delle accise è stato quantificato in oltre 21 milioni di litri, per un’accisa evasa pari a circa 13 milioni di euro.
Per il principio di “presunzione di innocenza” la responsabilità della persona interessata dagli accertamenti sarà definitivamente accertata solo ove intervenga un provvedimento irrevocabile.