TREPUZZI – “Peppino era, prima di ogni cosa, un figlio di mafiosi che ha trovato il coraggio di ribellarsi alla mafia, pagando quella lotta al prezzo della vita“. Ci tiene a ribadirlo Giovanni Impastato nel raccontare la vita e la storia di suo fratello Peppino, al quale ha scelto di dedicare un libro.
Ha esordito così presentando la sua ultima fatica letteraria dal titolo “Mio fratello, una vita con Peppino” davanti ad un pubblico letteralmente catturato dalle sue parole, nell’aula consiliare del Comune di Trepuzzi, che lo ha ospitato.
Un racconto che si dipana a partire da un Comune della città metropolitana di Palermo, Cinisi, e dalla famiglia Impastato, di agricoltori legati alla mafia locale. Quella storia Giovanni l’ha vissuta tutta e non può e non deve morire insieme a Peppino, il più contagioso degli attivisti della lotta antimafia.
A ricordare l’importanza del ricordo anche Cataldo Motta, già procuratore della Repubblica e capo della DDA leccese che, nella lotta alla mafia, ha lasciato il segno.
