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Falegname ucciso in casa, via al processo. Zuffa in aula tra le due imputate

LECCE – Detenuti a Borgo San Nicola dal giorno del loro arresto (lo scorso ottobre), erano tutti e quattro presenti in aula i presunti assassini di Donato Montinaro, falegname 76enne di Castrì di Lecce ucciso in casa sua l’11 giugno scorso.

Questo martedì mattina in aula bunker, davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Pietro Baffa, si è tenuta la prima udienza del processo nato da quella brutale esecuzione. Già in apertura non sono mancati i colpi di scena.

L’anziano quel giorno fu raggiunto in casa sua, rapinato, legato alle gambe di un tavolo, incappucciato, imbavagliato, picchiato selvaggiamente e soffocato.

Esattamente quattro mesi dopo, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Lecce hanno accompagnato in carcere Angela Martella (58 anni, di Salve), Patrizia Piccinni (48 anni, residente ad Alessano) e Antonio Esposito (39 anni, residente a Corsano) ritenuti responsabili di cotanta barbarie. Una settimana dopo scattò poi un quarto arresto: in carcere finì anche Emanuele Forte (39enne, residente a Corsano) accusato di concorso in omicidio.

In mattinata il pool difensivo degli imputati (costituito dagli avvocati Silvio Verri, David Alemanno, Luca Puce e Marco Costantini) – sulla scorta di quanto previsto dalla Riforma Cartabia, fresca di entrata in vigore – è tornato ad insistere sulla richiesta di giudizio abbreviato, di fatto già avanzata e rigettata per tre degli imputati, ma non nelle modalità previste dalla nuova Riforma.

La richiesta della difesa è stata accolta dalla Corte: sarà dunque fissata un’udienza apposita per vagliarla, poi il processo andrà avanti di conseguenza.

Intanto in aula non sono mancati momenti di tensione. Dopo un concitato botta e risposta tra le due imputate, posizionate nella stessa cella, Patrizia Piccinni si è scagliata su Angela Martella, insultandola e tirandole i capelli, accusandola di essere finita in carcere per colpa sua. La Piccinni a quel punto è stata allontanata dall’aula.

La sorella e la figlia della vittima si sono costituite parti civili.

E.FIO

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