LECCE – Tentato omicidio, lotta per il monopolio in riva al mare, traffico di droga detenzione di armi, rapporti intrecciati con personaggi di spicco della Scu e di altri clan locali. Sono chiamati a rispondere, a vario titolo, di queste accuse gli arrestati (15 in tutto, di cui tre ai domiciliari) nell’ambito della maxi operazione investigativa condotta dai carabinieri di Maglie con focus sull’hinterland di Martano. Questo venerdì mattina, davanti al Gip Marcello Rizzo, nove su dieci dei soggetti ristretti in carcere interpellati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
L’unica a rompere il silenzio è stata Rosanna Stampete, difesa dall’avvocato Dimitry Conte.
La donna, 49enne di Cursi, è ritenuta dagli inquirenti membro attivo della presunta associazione sgominata, “venendo rifornita di stupefacente da spacciare in particolare nel comune di residenza (Cursi) – si legge nella carte dell’inchiesta – e rifornendo a sua volta i membri del clan (…), rendendo conto agli stessi mediante la consegna del denaro derivante dallo spaccio”. A sovraintendere le attività di contrattazione e acquisto dello stupefacente – sempre secondo gli inquirenti – sarebbe stato Giuseppe Bevilacqua, presunto sicario di Alberto Specchia (sopravvissuto agli spari) per un regolamento di conti sulla gestione di ombrelloni e lettini a noleggio sulla spiaggia di Torre dell’Orso.
La Stampete, per la quale l’avvocato Conte ha richiesto i domiciliari, ha negato ogni addebito, riferendo di aver vissuto nell’ultimo anno in Veneto per lavoro e di essere vittima di un’interpretazione parziale se non del tutto sbagliata delle intercettazioni.
Hanno scelto la strada del silenzio, invece, Giuseppe e Rocco Bevilacqua e Antonio De Paulis, difesi dall’avvocato Stefano Pati; Salvatore Mancarella, difeso dall’avvocato Riccardo Giannuzzi; Biagio Stella difeso dai legali Giuseppe Presicce e Stefano Gallo; Damiano Stomeo, difeso dall’avvocato Donato Amato (che ha richiesto la sostituzione dell’arresto in carcere con i domiciliari); In silenzio anche Francesco Zimari, difeso dall’avvocato Marco Luigi Elia; idem per Alessandra Rescio e Rodolfo Saracino, entrambi difesi dall’avvocato Claudia Strafella, che per tutti e due ha chiesto i domiciliari .