LECCE (G. Serafino) – Sembrava ai più solo un colpo mediatico, un’occasione per far girare il nome di Lecce e del Salento per il mondo. Una mossa, clamorosa, solo per stuzzicare la fantasia e l’entusiasmo dei tifosi. E invece l’affare Umtiti-Lecce, uno dei colpi più roboanti dell’ultima sessione di calciomercato, ha funzionato e funziona sotto tutti i punti di vista.
In quella calda serata di agosto, nel pieno della festa in onore di Sant’Oronzo, la città già sognava una sorta di nuovo santo patrono. Umtiti Samuel, camerunese di nascita, francese d’adozione, difensore che a 29 anni ha già vinto tutto con la maglia del Barcellona, compresa una Coppa del Mondo con la nazionale transalpina. Lui, che potrà fregiarsi del titolo di campione del mondo in carica ancora per un paio di settimane, ha scelto Lecce per ritrovarsi rilanciarsi: la scommessa, dopo appena tre mesi, è vinta.
Sì, perché se all’inizio l’entusiasmo per il suo ingaggio in prestito gratuito ha fatto sgranare gli occhi a tutti, ben presto qualcuno ha iniziato a borbottare. Alla base dello scetticismo le sue condizioni fisiche, con solo una manciata di partite giocate negli ultimi anni. E in effetti Samuel ci ha messo un po’ di tempo, il giusto, per ritrovare una condizione quantomeno accettabile. Contro l’Empoli la presentazione ufficiale al “Via del Mare”, con sei panchine consecutive che hanno fatto storcere il naso ai malpensanti.
Poi la svolta. Serviva solo un breve periodo di adattamento, il tempo per oleare gambe e meccanismi. Poi l’esordio ufficiale allo stadio “Olimpico” contro la Roma dove ha fatto capire subito di che pasta era fatto, il suo temperamento, il suo carisma, e persino le sue doti di assist-man per il gol di Strefezza. La chiusura su Zaniolo in avvio di partita, carica di cattiveria agonistica, il suo bigliettino da visita.
Da quel momento fare a meno di lui non è stato semplice. Vedasi le gare contro Bologna e Juventus, certamente ad oggi le due prestazioni peggiori dei giallorossi, dove lui ha dovuto mordere il freno in panchina. Con lui in campo, invece, una squadra giovane ed inesperta come il Lecce trova concretezza, spirito autoritario e maggiore sicurezza. I compagni di reparto lo seguono ciecamente: la giocata si può rischiare se sai che alle tue spalle c’è un campione del mondo che può metterci una pezza.
Ed è quello che accade contro Atalanta e Sampdoria, ma anche sul campo di Udine dove il Lecce spadroneggia per un’ora di gioco, salvo poi arretrare il baricentro proprio subito dopo la sua sostituzione. E pazienza se sono già quattro i cartellini gialli per lui perché c’è anche la sua pesante firma sui numeri di una delle migliori difese del campionato, quella del neopromosso Lecce.
La condizione atletica non è ancora quella ottimale e queste settimane di sosta saranno utili al francese per recuperare terreno. Ma anche part-time il suo impiego è decisivo.
Ecco perché Samuel Umtiti si è già preso il Lecce.