Cultura

La poesia come antidoto a guerre e pandemie

MELPIGNANO – La poesia e le pratiche creative possono diventare arene di denuncia, trincee di riflessione critica, generatrici di pensiero, di etiche nuove e di futuro. Una leva per ridare ossigeno al vissuto quotidiano e per provare ad isolare la nostra mente da guerre e pandemie. 

Ecco perché “Lettere a Valentinov” del poeta e scrittore Gabriele Frasca, pubblicato lo scorso febbraio dal più erudito e raffinato editore italiano di poesia, Luca Sossella, costituisce un esempio straordinario (e straordinariamente efficace) di militanza poetica. La poesia, la lingua, il ritmo delle sillabe, la precisione, l’erudizione e la ricercatezza letteraria diventano strumenti di un’espressione che è indissolubilmente artistica e politica.

Gabriele Frasca è una delle voci più importanti della poesia italiana di ultimi questi decenni, autore tra le altre di raccolte di rime edite nella “collana bianca” della casa editrice Einaudi e, per lo stesso editore, cura gli scritti di Samuel Beckett.

Una serata all’insegna delle riflessione per scandire il tempo che scorre quella andata in scena sabato sera al Chiostro dell’ex Convento degli Agostiniani di Melpignano. Il titolo è emblematico: “PPP – Pane, Poesia e Pandemia”. L’evento è stato organizzato dal Comune di Melpignano, dall’Associazione Patr’Act e dal programma Storia della Medicina dell’iEH2 dell’Università di Ginevra, in collaborazione con il Fondo Verri e il gruppo Storie Corali.

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