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“Ancora mattanza in mare da fuori regione”: nuovo allarme dei pescatori salentini

SANTA MARIA DI LEUCA – Ricorderete la mattanza nel mare di Leuca ad opera di un peschereccio siciliano denunciata nell’ottobre dello scorso anno dai pescatori locali. Ebbene, come riferito da questi ultimi, il peschereccio è tornato in azione nuovamente, sempre con la tecnica della “cianciola”, che consente di tirare su una grandissima quantità di pesce, in una volta sola, con una enorme rete.

“Rispetto all’anno scorso non stanno dando nell’occhio – interviene il consigliere regionale Paolo Pagliaro, al quale i pescatori hanno riproposto il problema – ma da mesi lavorano di notte, soprattutto tra Leuca e Torre Ovo. I pescatori siciliani che ad ottobre 2021 fecero incursione e razzia di pesci nel mare del Salento, hanno piantato ormai stabilmente le loro reti a strascico nelle nostre acque, tra lo sgomento e la rabbia dei pescatori locali. Al caro gasolio e alle difficoltà di un mestiere duro, si è aggiunta la concorrenza sleale dei pescatori che arrivano da fuori regione e fanno incetta di pesci per piazzarli sui mercati a costi molto competitivi.
Raccolgo ancora una volta il grido di allarme e disperazione dei pescatori salentini, e sono pronto a tornare con loro sulle barricate, come facemmo a Santa Maria di Leuca con un sit-in il 24 ottobre scorso. Chiediamo di fermare la mattanza nei mari del Salento con la tecnica della cianciola, che per quanto consentita sta letteralmente saccheggiando i fondali del nostro mare.

Si sono rivelate promesse da marinaio, quelle dei pescatori siciliani che avevano annunciato la ritirata dalle acque salentine. Invece, la mattanza continua nell’indifferenza delle istituzioni che abbiamo sollecitato ad intervenire, che si trincerano dietro la legalità di questo tipo di pesca intensiva. Ma chi si preoccupa del futuro del nostro mare e della gente che vive delle sue risorse, sempre più risicate? La pesca di prossimità, tramandare di padre in figlio, rischia di scomparire per causa dello sfruttamento selvaggio. All’assessore Pentassuglia, che in risposta alla mia interrogazione presentata ad ottobre scorso assunse impegni precisi in Consiglio regionale, a garanzia dei pescatori e del mare del Salento, chiedo di dar seguito concreto al suo impegno, perché è evidente che serve un’azione più decisa e risolutiva”.

La richiesta è di applicare regole più severe, nel solco del DPR 1639/68 che assegna al Capo del Compartimento marittimo il potere di fissare paletti sulla località di esercizio, i periodi di tempo e il tipo di strumentazione per la pesca con fonti luminose, allo scopo di tutelare le risorse biologiche del nostro mare e il sostentamento di centinaia di famiglie salentine che vivono di pesca”.

 

 

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