LECCE – La città si riscopre comunità, una comunità in perenne cammino capace di di dare un significato autentico ai valori della fede e della tradizionale. La solenne processione dei Santi Patroni di Lecce, Oronzo Giusto e Fortunato – tornata a far capolino in città dopo due anni di stop legati alla pandemia – ha aperto il cuore della gente. Il corteo – presieduto dall’Arcivescovo di Lecce, monsignor Seccia – è stato accompagnato da numerosi fedeli e salutato con gioia e commozione da tantissimi cittadini e dai turisti che in questi giorni affollano le vie del centro.
La processione – seguita in diretta dalle nostre telecamere – si è snodata seguendo il rituale tragitto con partenza e arrivo in Piazza Duomo attraverso , Corso Vittorio Emanuele II, Via Petronelli, Via Degli Ammirati, Piazzetta Santa Chiara, Via Federico D’Aragona, Via dei Perroni, Porta San Biagio, Viale Lo Re, Via 25 Luglio, Via Trinchese, Piazza Sant’Oronzo e Corso Vittorio Emanuele II.
Suggestiva l’immagine delle tre statue – i due mezzi busti di Giusto e Fortunato e la maestosa e antica statua argentea di Oronzo – che hanno attraversato la parte storica della città tra gli applausi convinti e scroscianti di fedeli e non.
Il ritorno dei Santi Protettori nella magnifica piazza Duomo e il discorso dell’Arcivescovo hanno suggellato il tradizionale appuntamento che coniuga sentimenti religiosi e costume popolare.
Alla processione ha preso parte anche l’arcivescovo di Zara, monsignor Zelimir Puljic. Un aspetto che va al di là del signifcato simbolico. Perché in quella zona della Croazia, precisamente a Nona, antica capitale corata, nel 2018 è stato reinvenuto un prezioso reliquario medievale dell’XI secolo che custodisce una reliquia attribuita al martire Oronzo.
La diretta televisiva – andata in onda su tutta la Puglia e Basilicata – ha accompagnato passo dopo passo la processione con collegamenti durante il corteo e interviste nel salottino di piazza Duomo ad esperti di storia e tradizioni locali. Riflettori puntati soprattutto sulla figura di Sant’Oronzo, martire di questa terra, primo battezzato in Puglia.
Con la festa dei Santi Patroni di Lecce venerdì 26 agosto si chiuderà il Giubileo Oronziano, inaugurato lo scorso anno con l’apertura delle due porte. Il 2022 è un anno che entra di diritto nella storia. Si tratta del bimillenario della nascita di Oronzo, un evento che meritava e merita di essere celebrato nel migliore dei modi. Perché – come ha detto monsignor Seccia nella prolusione al convegno “Sant’Oronzo: Storia, Letteratura, Arte”, “per secoli, nelle contrade pugliesi, i bambini sono stati battezzati col nome del nostro santo, gli sposi hanno celebrato il matrimonio ai piedi dei suoi altari, i malati sono stati unti con l’olio delle lucerne a lui consacrate. La sua immagine era presente nelle case adorne di fiori freschi e vi si accendevano dinanzi delle candele”. Testimonianza tangibile dell’amore della gente della nostra terra verso il martire. Perché Oronzo – come dice il professor Andrea Pino – “è uno di famiglia”. E conoscere Sant’Oronzo significa conoscere di più noi stessi”.