Cronaca

Favori, sesso e cene per posti di lavoro e affidamenti: i dettagli del terremoto giudiziario

LECCE – Tutto è partito da un’indagine sulla presunta gestione illecita di appalti e graduatorie Asl nel Poliambulatorio di Martano. Nell’ordinanza della Gip Panzera, confluita anche in arresti eccellenti, in riferimento alle primissime intercettazioni si legge: “emergeva subito come Totò Ruggeri (assessore regionale al Welfare) rivestisse un ruolo istituzionale e avesse una certa influenza e capacità di condizionamento sul dg Rodolfo Rollo“.

Da qui gli approfondimenti sono stati estesi, fino a scandagliare anche i rapporti – di presunta matrice corruttiva – tra Ruggeri e la direttrice del “Panico” di Tricase, Suor Margherita Bramato. Da quest’ultima l’ex assessore regionale “aveva ottenuto la promessa ad assumere un suo protetto – si legge nelle carte dell’inchiesta – ottenendo in cambio dal politico la promessa ad adoperarsi per sbloccare la procedura di accreditamento del “Panico” per l’erogazione in convenzione di prestazioni sanitarie“. E di fatto il nosocomio tricasino risulterà poi favorito ad altre strutture ospedaliere “per finalità utilitaristiche personali“. Tradotto: esclusivamente “per battere cassa” senza alcun interesse pubblico.

In una conversazione intercettata, intercorsa tra un fedelissimo di Ruggeri e un parroco della zona, l’andazzo si delinea ancor più chiaramente. Soprattutto in riferimento alla disponbilità della direttrice del “Panico” ad assumere i figli del dg Rollo e di un altro medico ai vertici della sanità regionale, in cambio di favori per il nosocomio.Si è impossessata come fosse proprietà personale – sostengono gli intercettati – ha inserito tutto: nipoti, pronipoti, tutta la razza (…) gli amici, gli amici degli amici, quelli che gli piacciono (…) Non si muove foglia che ella non voglia (…) Il direttore è così, è uno yes man perché sta lì grazie a suor Margherita e deve fare quello che dice suor Margherita“.

Ed ecco che il focus investigativo, via via sempre più vasto, “ha messo in luce un panorama desolante – scrive la Gip, Simona Panzera – di sistematica corruttela nella gestione degli affari presso la Regione Puglia, utilizzando come merce di scambio le prestazioni sanitarie e la provvista pubblica destinata alla Asl di Lecce (…)“. Risorse e servizi “asserviti ad interessi squisitamente privati. (…) Una endemica mala gestio – prosegue la Giudice – capace di inquinare anche settori diversi dalla sanità, infiltrandosi nelle pieghe burocratiche dei Consorzi di Bonifica e in affari appannaggio della Provincia di Lecce“.

Sul capitolo consorzi di Bonifica l’indagine si concentra su una nomina trasnsitoria, bollata dagli inquirenti come “pilotata da Ruggeri” in favore di un membro del suo stesso partito e il rinnovo contrattuale in favore di un’altra persona, in cambio di ricche e prelibate cene a base di pesce e senza limiti. Sotto la lente degli inquirenti anche l’intervento dell’ex assessore (per interposta persona) in bandi di gara risalenti al 2020, inclusa l’alterazione dei punteggi, sempre al fine di agevolare persone prescelte.

Nelle intercettazioni si evincono i suggerimenti di Ruggeri su come aggiustare la graduatoria, “una sorta di operazione di ortopedia contabile – sentenzia la Gip – aggiungendo punti ad arte e togliendoli ad altri, in posizione migliore“.

Capitolo Centro di Procreazione Medicalmente Assistita. L’assessorato al Welfare – va premesso – si occupa anche dell’organizzazione del servizio sanitario, gestendo le procedure di autorizzazione e accreditamento delle strutture. È in questo contesto che si inquadrano le pressioni, contestate a Ruggeri, per accreditare il centro privato “Prodia” di Muro Leccese all’esercizio dell’attività di procreazione assistita. A coordinare il centro in questione un medico amico dell’assessore, il dottor Elio Quarta. Per agevolare l’iter burocratico e garantire l’ottenimento del risultato, l’intervento del politico sarebbe stato capillare, anche nella richiesta di ispettori meno rigidi di quelli territorialmente competenti. Ispettori che, di fatto, verranno poi inviati da Brindisi, su disposizione del dg Rollo. La struttura poliambulatoriale da ispezionare è quella all’interno di un immobile di proprietà dello stesso Ruggeri.Per il buon esito delle pratiche – si legge nelle carte dell’inchiesta – Ruggeri aveva preteso il 30% delle quote societarie“, oltre ad una ulteriore quota in favore di un parente e un’assunzione pilotata.

L’allora assessore al Welfare si sarebbe speso anche per arginare il precariato. Lo avrebbe fatto in cambio di sesso. Con una dipendente di una cooperativa sociale con contratto in scadenza e a rischio trasferimento, Ruggeri – sempre stando alle indagini – avrebbe intrattenuto più volte rapporti intimi, finalizzati alla miglioria contrattuale della donna, lamentandosi ad un certo punto anche della durata eccessivamente breve degli appuntamenti. Intercettato, arriva al dunque: “Sveltine su sveltine qua – lamenta al telefono con lei – quando ti liberi per stare almeno un paio d’ore? Fammi capire (…)  cerca di liberarti per venerdì“.

Nel terremoto giudiziario, infine, c’è una pagina squisitamente politica. L’ipotesi è di presunto voto di scambio alle Regionali del 2020. Qui, oltre allo stesso Ruggeri, risulterebbe coinvolto anche l’allora consigliere regionale Mario Pendinelli. Secondo l’accusa avrebbero ceduto somme di denaro a referenti politici di alcuni Comuni salentini in cambio di preferenze. Nelle intercettazioni si parla di 6mila euro “investiti” per consenso elettorale ad Aradeo e 10mila a Gallipoli.

Ad essere intaccata da presunte condotte illecite, anche l’attività amministrativa del Comune di Otranto, con il sindaco Pierpaolo Cariddi coinvolto nell’inchiesta. I reati contestati riguardano in primis l’ambiente, con “sistematici illeciti – scrive la Gip – a tutela degli interessi imprenditoriali di pochi“.

Posti di lavoro sarebbero invece stati sistematicamente venduti a Matino, con la complicità di padre e figlio, Mario e Massimiliano Romano, rispettivamente nelle vesti di consigliere regionale e assessore alle opere pubbliche del Comune in questione.

Questo, che potrebbe rivelarsi il primo filone di un’inchiesta più ampia, è già di per sè sufficiente a sparigliare le carte dell’assetto sanitario, politico e amministrativo del territorio. Gli indagati, nelle prossime ore, saranno chiamati a difendersi dai vari capi d’accusa.

ERICA FIORE

https://youtu.be/Oq-AhJ-yUeg

 

 

 

 

 

 

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