SALENTO – Nel solo mese di maggio nella aree agricole della provincia di Lecce sono divampati 900 roghi: migliaia di alberi trasformati in torce. Una strage che si ripete per l’ennesimo anno.
La conferma del triste primato della Puglia e del Salento su questo fronte, arriva adesso dallo stesso report nazionale stilato dai vigili del fuoco e riferito ad un arco di tempo davvero ristretto, dal 15 al 27 giugno, ma con dati da capogiro.
La Puglia, per numero di incendi boschivi e di vegetazione in genere, si piazza seconda in tutta Italia. Nelle ultime due settimane ne ha registrati 2.076. A precederla, in cima all’amara classifica, c’è soltanto la Sicilia, con 2.314 interventi dei vigili del fuoco.
Un dato, quello locale, che il fa il paio con quello registrato, negli stessi giorni, nel 2021, dove in tutta la Puglia i vigili del fuoco effettuarono 2.755 interventi.
Nel Salento, lo dicono già i primi numeri di questa estate rovente, fine pena mai. “E il punto è – spiega il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Lecce, Antonio Panaro – che si tratta di stragi di alberi e tragedie, con vittime, evitabili. Il 90% dei roghi, di fatto, nasce per mano dell’uomo”.
Da qui l’appello su una pratica che, dall’inizio di questa estate ad oggi, registra già 3 vittime, superando il numero complessivo delle vittime della scorsa estate: il fuoco appiccato alle sterpaglie per ripulire i campi.