UGENTO/MERINE – Due episodi distinti, nelle stesse ore a Ugento e Merine: stesso copione e stesso tragico epilogo. Nelle ultime 24 ore in provincia di Lecce due persone hanno perso la vita a causa del fuoco appiccato con le loro stesse mani alle sterpaglie.
Carlo Sangiorgio, 82enne originario della provincia di Como ma residente a Ugento, è spirato in mattinata al “Perrino” di Brindisi, lì dove era stato trasferito da Casarano martedì mattina per le gravi ustioni riportate agli arti. Nel suo appezzamento, in via Acquarelli, era stato ritrovato -gravemente ustionato e riverso per terra- dai suoi stessi familiari, allertati dal non vederlo rientrare in casa.
Ricoverato in rianimazione a Brindisi, in mattinata il suo cuore ha cessato di battere.
Stesso tragico epilogo per un episodio che, martedì pomeriggio, si è verificato a Merine. La tanica di alcol che aveva in mano Maria Piconte, 62enne del posto, è esplosa a causa dell’avanzata del rogo di sterpaglie nel giardino di casa sua.
Con ustioni di terzo grado sull’80 per cento del corpo, la malcapitata è stata trasferita d’urgenza al reparto Grandi ustionati del Perrino, dove è arrivata in gravissime condizioni ed è deceduta anche lei in mattinata.
Soltanto qualche giorno fa, venerdì scorso, una vicenda analoga si era verificata nelle campagne di Campi Salentina, con vittima un 66enne del posto.
Tre episodi in meno di una settimana: un numero sufficiente per lanciare l’allarme su una pratica tanto ricorrente, quanto pericolosa.
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