LECCE – Le avrebbe rotto i denti, fratturato un dito della mano schiacciandolo con il piede, scaraventato addosso un secchio per la spazzatura, lanciato contro l’auto in corsa una bottiglia di birra mandando in frantumi il lunotto.
Sarebbero solo alcuni degli episodi di violenza contro la ex compagna, da parte di un 32enne. La donna , più grande di 13 anni e madre di un bambino, avrebbe subito botte e minacce di morte nei confronti suoi e del figlio. Indagato per lesioni e stalking, ora l’uomo è stato condannato in abbreviato per il primo reato a nove mesi di reclusione, e assolto invece per gli atti persecutori.
I fatti si sarebbero svolti a Porto Cesareo da due anni a questa parte, da dicembre 2019, quando la relazione tra i due è finita.
Un crescendo di violenza, irruzioni in casa riuscite o tentate, e di minacce come quella di fare la donna a pezzi e gettarla in un pozzo.
In udienza preliminare, l’avvocato Riccardo Giannuzzi, che difende l’imputato, ha chiesto l’abbreviato condizionato all’ascolto di un testimone: lo zio dell’indagato, che più volte si sarebbe recato presso l’abitazione della coppia perché chiamato dall’imputato stesso. La giudice Cinzia Vergine, come si diceva, ha assolto il 32enne dal reato di stalking e lo ha condannato per le lesioni. Da ora, ci sono 90 giorni per depositare le motivazioni della sentenza. Il pubblico ministero è la dottoressa Simona Rizzo. La donna, parte civile, è rappresentata dall’avvocato Elvira Durante.