LECCE – A mettere a dura prova la giustizia amministrativa leccese nel 2021 sono stati diversi aspetti, alcuni dei quali continuano a preoccupare: in primis la pandemia, con la giustizia garantita da remoto non senza sforzi; la penuria di personale, destinata ad acuirsi ulteriormente; l’aumento dei ricorsi su temi scottanti: ambiente, autorizzazioni e concessioni demaniali, interdittive antimafia.
Si è concentrata su questi aspetti la relazione stilata dal presidente del Tar Lecce, Antonio Pasca, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario.
La cerimonia, anche quest’anno, non si è tenuta in presenza ma in remoto, a causa della recrudescenza dei contagi.
In apertura un minuto di silenzio è stato dedicato all’emergenza ucraina, attestando solidarietà al popolo in fuga.
Poi il presidente Pasca è entrato nel vivo del discorso.
Primo focus: la necessità urgente di incrementare il personale per la quale, più volte, è stato invocato un intervento risolutivo. A tal proposito un plauso è stato rivolto a tutto il personale che, con abnegazione e nonostante le criticità, è riuscito ad abbattere gli arretrati pendenti, garantendo una giustizia rapida, “così come dovrebbe sempre essere”.
“Una giustizia che arriva in ritardo non è una giustizia” ha rimarcato ancora Pasca. E ad incrinare un già fragile equilibro operativo, ci ha pensato l’aumento dei ricorsi su temi particolarmente delicati in materia di ambiente, autorizzazioni e concessioni, demanio e interdittive antimafia.
Su quest’ultimo fronte il presidente ha poi precisato che l’humus che favorisce il fenomeno si compone di più elementi che necessitano di attenzione: “prima tra tutte la scarsa qualità delle norme di riferimento” ha detto. E poi la “discrezionalità amministrativa, spesso mal interpretata”. La conferma dell’acuirsi del fenomeno è nei numeri: si è passati dai 2 ricorsi per interdittive antimafia nel 2018 ai 34 ricorsi del 2021.
Tra i temi centrali relazionati in mattinata, c’è poi quello dell’ex Ilva di Taranto. La sentenza emessa dal Tar Lecce, che disponeva lo spegnimento degli impianti dell’area a caldo, fu ribaltata dal Consiglio di Stato. Su questo Pasca esprime perplessità, rimarcando la bontà della decisione del collegio leccese: “Ritengo tuttora – ha detto – che il limite di compressione del diritto alla salute sia stato macroscopicamente superato”.
Sul fronte NoVax, il presidente ha poi ricordato che il Tar Lecce ha adottato il primo provvedimento in Italia in materia di sospensione dal servizio senza retribuzione di personale sanitario medico e di sospensione dall’albo.
Altro tema sul tavolo: paesaggio, coste e pianificazione. Anche in questo caso – ha rimarato Pasca- alla radice del problema si pone l’incertezza del dato normativo, ovvero la legge regionale n. 17/2015″. Consente di rilasciare concessioni sulla sola base del piano regionale delle coste, laddove quello comunale non risulti approvato.”Tale disposizione – ha bacchettato Pasca – è una strizzata d’occhio ai Comuni inadempienti e ha favorito ed incoraggiato l’inerzia delle amministrazioni comunali”.
Ultimo tema: concessioni demaniali e direttiva Bolkenstein, oggetto di numerose pronunce del Tar. “è una questione ancora sub iudice – ha precisato Pasca – che ha spinto, però, ad una doverosa riflessione sul rapporto tra legislazione europea e autonomia amministrativa locale”.
In chiusura, il bilancio dell’anno trascorso si è fatto appello: l’attuale produzione legislativa caratterizzata da prolissità, incertezza e contraddittorietà necessita di correzioni urgenti, a garanzia dei cittadini, degli operatori economici e delle pubbliche amministrazioni.
E.FIO
