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Donne che l’8 marzo combattono per la vita: le immagini dal confine

POLONIA/UCRAINA – Nel centro commerciale “Tesko”, da tempo dismesso, a Medyka (confine tra Ucraina e Polonia) la risata di un bambino rimbomba nel lungo corridoio, popolato da giorni da paura e disperazione.

Dentro, grazie all’aiuto di decine di volontari polacchi, ci si arrangia come è possibile: si dorme per terra, in cartoni e sacchi a pelo. Nella cucina, di cui il centro commerciale è provvisto, si preparano piatti caldi da distribuire a tutti, garantiti dalle provviste che arrivano h24 da ogni dove, anche dal Salento.

Le immagini amatoriali che state vedendo (nel video in coda al testo) sono state girate proprio dai salentini partiti nei giorni scorsi da Merine, Galatina e Aradeo, per consegnare viveri e abbigliamento e, al ritorno, portare con sé quante più persone possibile.

Sono soprattutto donne e bambini ucraini a scappare dall’invasione russa, in molti a piedi. Mentre gli uomini, dai 18 anni in su, restano obbligatoriamente a combattere.

In questi pulman che si affrettano a fare spola dall’Ucraina al confine, sono accalcate centinaia di persone, scortate a sirene spiegate dalla Polizia.

È 8 marzo anche qui, nei corridoi del centro commerciale Tesco. E nel 2022 le donne ucraine sono in trincea in una lotta alla sopravvivenza che mai avrebbero pensato di dover combattere.

Quando i volontari partiti da tutta Europa raggiungono questo posto, vengono subito registrati e dotati di un braccialetto colorato che li renda riconoscibili. Dopodiché, cartone e pennarello in mano, si affrettano a scrivere da dove vengono (e dunque dove torneranno) e quante persone sono in grado di portar via con sé e accogliere.

A quel punto sono le mamme a spezzare il cuore dei volontari, quando avvicinandosi in lacrime affidano i propri figli, anche adolescenti, a chi è pronto a portarli in salvo. L’addio – come raccontano i salentini arrivati fin lì e tornati con 10 persone – è straziante.

Francesco, partito da Merine con altri tre amici di Galatina e Aradeo, hanno tratto in salvo e accolto fratello e sorella di 18 e 16 anni, salutati in lacrime da una mamma grata e distrutta al tempo stesso. Due altre mamme, con figli di 15 e 4 anni, sono partite insieme a loro, così come un fratellino e una sorellina appena adolescenti da soli e due amiche di 22 e 16 anni.

Sono le sirene a rompere periodicamente il silenzio, giorno e notte. E poi c’è la risata dei bambini, straziante anche questa. Perché se “in pace i figli seppelliscono i padri, in guerra sono invece i padri a seppellire i figli”. E prima o poi bisognerà raccontarlo proprio a questi bambini.

E.FIO

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