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Offshore, Legambiente chiede sospensione fase di scoping: manca studio di fattibilità

LECCE- Qualche giorno fa, in occasione dell’incontro sull’impianto eolico offshore organizzato a Minervino di Lecce con la società Odra Energia, Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia, aveva dichiarato che “Bisogna essere realisti: se è stato presentato il progetto, vuol dire che l’azienda andrà avanti. Va bene dire di no sull’impatto ambientale, ma bisogna restare coi piedi per terra. Dato che questo impianto si farà, o decidiamo di governare noi il processo o accadrà quello che è già successo con il fotovoltaico selvaggio nel Salento. Meglio cercare di ottenere il miglior risultato con il minore impatto”.

Oggi, la stessa associazione chiede di sospendere la fase di scoping relativa all’impianto eolico e di riaprirla successivamente “sulla base della presentazione di uno studio di fattibilità” che attualmente manca e che dovrebbe contenere, in rapporto a diverse opzioni e non all’unica presentata, “la valutazione degli impatti paesaggistici e del cono visivo, così come definiti nel DM del 2010 e nelle normative e pianificazioni conseguenti, ivi incluso il piano paesaggistico Territoriale Regionale della Puglia”. Solo una valutazione così compiuta potrebbe consentire “di sottoporre a giudizio di compatibilità ambientale la soluzione, frutto del confronto tecnico e soprattutto partecipato attuato in tale fase”.

Questo perché la società ha richiamato il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (ed il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per documentare il contesto pianificatorio nel quale inserire il progetto e definirlo di interesse strategico. “Di fronte a questo e anche alle valutazioni di opportunità e fattibilità dell’opera proposta – dicono dall’associazione – non può non essere garantita la partecipazione democratica ed un dibattito pubblico da cui far scaturire la scelta condivisa”.

Invece, la fase di scoping promossa da Odra Energia “si apre su un progetto preliminare che non si fonda sullo studio di fattibilità che Legambiente, più volte, ha chiesto e giudica ineludibile e preliminare nel confronto con la società proponente e in posizioni pubblicamente assunte. Uno studio di fattibilità concerne scenari diversi, opzioni impiantistiche principali e connesse, siti di insediamento diversi, impatti diretti ed indiretti diversi da sottoporre a studi geognostici, anemometrici, mareometrici e delle correnti marine, sulle interferenze sulla navigazione, e sulla presenza o il transito di specie animali ed infine sull’attraversamento di praterie di posidonia sul coralligeno e sul SIC mare presenti. Nel progetto preliminare si parla di un unico sito occupato da 90 aerogeneratori alti 268 metri, i primi dei quali distanti dalla linea di costa 12,5 Km e sull’unico sito sono stati raccolti pareri senza uno studio di fattibilità di alternative possibili e senza quindi la possibilità di esaminare, diverse opzioni e relative criticità o alternative plausibili in merito alla potenza dell’impianto (1.350 MW), al numero, alla dislocazione degli aerogeneratori e conseguentemente all’occupazione di diverse aree con specifici cavidotti ed approdi da analizzare”.

 

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