BRINDISI – Ad un mese dal termine indicato dal Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale, le 22 città delle province di Brindisi e Lecce inserite nel Contratto istituzionale di sviluppo dei comuni rivieraschi adriatici salentini non hanno ancora definito una piattaforma unitaria sull’impostazione da dare alla richiesta di interventi.
L’indicazione formulata dal Ministro Mara Carfagna è quella di valorizzare il mare, ma potrebbe trattarsi di una traccia troppo generica, con il rischio di trovarsi di fronte ad interventi parcellizzati e quindi scarsamente efficaci.
Ci si scontra innanzitutto con l’assenza di strumenti urbanistici e dei piani della costa e questo rende difficile l’inserimento di privati per realizzare progetti che fungano da moltiplicatore di crescita economica ed occupazionale.
Un ruolo di coordinamento dovrebbe essere svolto dalle amministrazioni provinciali di Brindisi e Lecce, ma sarà ben difficile scardinare la voglia di autonomia dei singoli comuni. E nel frattempo i giorni trascorrono ed il termine per la presentazione della documentazione si avvicina.
Brindisi, ad esempio, conferma di voler puntare sulla protezione della falesia, oltre che sul recupero dell’ex Collegio navale Tommaseo e sull’isola di Sant’Andrea. Anche in questo caso, la sola messa in sicurezza del litorale nord rappresenterebbe comunque un fatto estremamente positivo, ma difficilmente le risorse che saranno messe a disposizione potranno bastare.
Nel frattempo, le associazioni di categoria mettono a disposizione le proprie competenze e chiedono di avere un ruolo anche in questa delicata fase di scelta degli interventi da candidare nel Cis.
Mimmo Consales