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Ecco perché l’eolico nel mare Castro-Otranto è tra i più impattanti in Italia

CASTRO/OTRANTO – Ci sono pochi dubbi: l’impianto eolico offshore che si vorrebbe installare tra Otranto e Castro è destinato ad essere tra i più impattanti nei mari italiani. Questo lo si deduce da un confronto con gli altri progetti noti in fase di valutazione in Puglia e nelle altre regioni, tenendo presente numero di pale, altezza e, soprattutto, distanza dalla costa.

Le stesse società, Falck Renewable e Blue Float Energy, tra l’altro, hanno avviato l’iter per realizzare un impianto gemello a quello castrense, Kailia, tra San Cataldo e Brindisi, con la sola differenza che in quest’ultimo caso, trattandosi di coste basse, il punto di osservazione è più vicino al livello del mare e dunque la percezione è più contenuta. Ciononostante, per ammissione delle stesse multinazionali nei documenti ufficiali, lì gli impatti paesaggistici saranno “alti”. La litoranea Otranto-Castro, invece, si sa, è una strada panoramica in cui i punti di osservazione sono tutti sopraelevati.

Com’è noto, la centrale eolica, di oltre 1 Gw di potenza, dovrebbe sorgere ad una distanza minima di 9 km fino a 24 km dalla costa e sarà composta da 100 pale alte 275 metri. Per intenderci, quasi il triplo del promontorio di Leuca, che è alto circa 100 metri.

Dunque, cosa succede altrove?

Abbiamo letto molti altri progetti e la situazione è questa.

Sono 4 quelli che hanno una Via in corso, tutti in Puglia. Uno è a Brindisi, di Tg Energie, sì a 5km dalla costa di Cerano ma con 36 pale alte 120 metri, dunque quasi un terzo di quelle di Castro.
Gli altri tre progetti sono nel mare del Gargano. Di questi, due hanno procedura sospesa, mentre quello nel golfo di Manfredonia è alla firma del ministro per il via libera: sono collocati tra i 5 e i 10 km dalla costa, hanno rispettivamente 95, 100 e 50 pale ma, essendo progetti più datati, le torri sono più piccole, 120 m di altezza per 3 mw l’una.

In fase di scoping al Ministero, invece, oltre al progetto tra Brindisi e Lecce, ce ne sono altri due offshore e riguardano il canale di Sicilia, tra Trapani e la Tunisia. Cosa accade qui?

Il più grande è di Renexia: 190 pale, alte 275 metri, ma sono collocate a una distanza di 63 km da Marsala, 49 da Favignana e 27 km dall’isola di Marettimo. Molto più in là, dunque, rispetto alla distanza minima di 9 km prevista nel Salento. E lì, nel Canale di Sicilia, la profondità è di 300 metri, il triplo di quella nello specchio acqueo di Castro.

L’altro impianto è della 7Secs Med srl: 25 pale alte 228 metri, con distanza minima di 32 km da Marettimo e 35 dalla Sicilia.

Nella Sardegna sud occidentale, il grande progetto della Ichnusa Wind Energy conta 42 pale alte 265 metri a 35 km dal litorale del Sulcis.

A Civitavecchia, l’impianto da 27 pale alte 250 metri è previsto a 27 km dalla costa.

In Veneto, ne è stato previsto uno al largo di Porto Tolle: 80 pale alte 170 metri a 24 km dal Delta del Po. In Abruzzo, a Pescara, 160 pale della stessa altezza, a 32 km. Tra Rimini e Cattolica, Energia Wind 2020 srl ha in cantiere 58 pale alte 125 metri vicino alle piattaforme metanifere di Eni, a distanza iniziale di dieci km dalla costa.

 

Tiziana Colluto

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