LECCE- Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, apprende del progetto eolico offshore tra Otranto e Castro da uno scambio di messaggi con il consigliere regionale Paolo Pagliaro avvenuto durante il Talk di Telerama.
“Se è un’idea di progetto ovviamente il Ministero non può saperlo. Quando saranno aperte le aste – spiega il ministro – potranno essere proposti i progetti. Le commissioni valuteranno la Via (Valutazione di impatto ambientale, ndr) e la Paesaggistica. Secondo le regole standard”. Poi però aggiunge dell’altro, che entra nel merito dell’aspetto più controverso del mega impianto da un centinaio di pale alte 300 metri, per oltre 1 Gw di potenza, e da collocare nello specchio acqueo tra Porto Badisco e Castro ad una distanza minima di poco più di 9 km dalla linea di costa, tra l’altro quella del parco terrestre Otranto-Leuca. “Mi sembra impossibile sia a 10 chilometri – scrive Cingolani – le norme prevedono 12 miglia, che sono più di 16 km…quindi impossibile vederlo dalla costa”. A ciò Pagliaro ha replicato che si vedrebbe anche a 30 km vista la conformazione delle nostre coste.
Per il resto, Cingolani non ci si pronuncia, visto che non è avvenuto il deposito di alcun documento da parte della società Odra Energia, creata da Falck Renewable e BlueFloat Energy. Che, però, nelle vesti della società Kailia, hanno depositato l’1 ottobre scorso i primi studi relativi all’altro impianto gemello, quello tra San Cataldo, marina di Lecce, e Brindisi. E lì hanno già messo per iscritto che gli impatti paesaggistici saranno “alti”, anche a causa della vicinanza alla costa.
Intanto la mobilitazione si riaccende, in vista del sit in previsto per domenica 21 novembre a Porto Miggiano e organizzato dal Mrs. Non è secondario, tra l’altro, il rischio di una eventuale autorizzazione dell’uso delle acque ancor prima della valutazione del Ministero della Transizione Ecologica.