LECCE – La pioggia di rincari sulle materie prime e sui costi di produzione, si traduce in un’impennata nei prezzi. Agricoltori pugliesi costretti ad affrontare rincari del 50%. Effetto a valanga sulla spesa.
Costi di prodzione alti e prezzi delle materie prime quasi insostenibili. Gli agricoltori pugliesi si trovano ad affrontare un incremento nelle spese che arriva fino al 50%.
Dai campi alle stalle si impennano i costi di produzione per effetto dei rincari delle materie prime che hanno fatto quasi raddoppiare la spesa per le semine, con l’emergenza Covid che ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili – sono i dati di Coldiretti – per l’alimentazione degli animali nelle stalle dove è necessario adeguare i compensi riconosciuti agli allevatori per il latte e la carne. Infatti le quotazioni dei principali elementi della dieta degli animali, dal mais alla soia, sono schizzati su massimi che non si vedevano da anni con il rischio di perdere capacità produttiva in una regione già fortemente deficitaria per i prodotti zootecnici.
Con l’avvio delle operazioni colturali autunnali gli agricoltori pugliesi sono costretti ad affrontare rincari fino al 50% per il gasolio necessario per le operazioni colturali che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Il rincaro dei costi energetici riguarda anche il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per l’acquisto dei fertilizzanti, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne.
