Attualità

UDU: spazi chiusi, l’università che non ha posto per gli studenti

LECCE – A un mese dall’inizio delle lezioni, l’Università del Salento non ha ancora adeguato i propri spazi alla ripresa delle attività in presenza. Tra aree destinate allo studio ancora chiuse, biblioteche aperte solo in fasce orarie limitate e postazioni ridotte, gli studenti non sanno più dove andare a studiare. Il complesso Studium, il maggiormente fruito, offre attualmente circa un centinaio di postazioni totali, numeri veramente esigui per una popolazione di 18 mila iscritti.

Non sono ancora stati riaperti il secondo e terzo piano della biblioteca Pellegrino, mentre i complessi di Studium 3 e 5 hanno una chiusura anticipata di diverse ore rispetto al pre-pandemia, così come le biblioteche del campus Ecotekne. Vietato poi studiare nelle aule o sui tavoli siti nei corridoi universitari. Fino a oggi gli studenti hanno ovviato al problema studiando all’aperto, ma con l’arrivo delle piogge e del freddo autunnale anche le postazioni esterne sono state rimosse.

“Non dimentichiamo che solo pochi mesi fa il nostro Ateneo ha varato un aumento dell’importo delle tasse universitarie. Risulta quindi paradossale che ad un aumento della contribuzione corrisponda un calo dei servizi”, sostiene il Consigliere d’Amministrazione Gioele Levantaci. UDU ha provato a portare il tema nel Senato Accademico, ma la governance ha deciso di rinviare la discussione di un altro mese.

Articoli correlati

“CineVoci”: una miniserie per raccontare emozioni, fragilità e speranze dei giovani

Elisabetta Paladini

Diamo voce al dolore, una serata per ricordare le vittime di femminicidio; informare e prevenire

Redazione

Premio Virtù e conoscenza a Fefè De Giorgi e Leonardo Zellino: esempi di eccellenza pugliesi

Redazione

L’U.S. Lecce ricorda il piccolo Elia, ucciso dalla mamma: fiori e striscioni

Redazione

“Quando la violenza ha le chiavi di casa”, un incontro su prevenzione e contrasto

Redazione

Dal controllo della cassa al controllo dell’azienda: un convegno alla Camera di Commercio

Redazione