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Gabriel chiede equilibrio: “Prima non tutto storto, ora non tutto bene”

LECCE – (t.d.g.) Gli effetti della vittoria contro il Monza sono ancora nell’aria, in classifica il Lecce si candida per un campionato di vertice. “Ci voleva tempo per assorbire le idee di Baroni e permettere ai nuovi giocatori di inserirsi in un nuovo contesto – afferma Gabriel, porteiere del Lecce -. A volte nel calcio il tempo non c’è e penso che siamo stati bravi a trovare una sintonia il prima possibile. La nostra crescita poteva richiedere tempi più lunghi, invece ora già sembriamo una squadra. Normale, tuttavia, che nelle prime partite abbiamo fatto fatica perché eravamo di fronte a un nuovo modo di giocare. Le partite contro Cremonese, Como, Alessandria in cui abbiamo avuto delle difficoltà posso ricapitare. Non andava tutto storto prima come non va tutto bene adesso. Ci serve equilibrio”.

TRE PARTITE SENZA SUBIRE GOL – Il Lecce ha portato a casa la quarta vittoria consecutiva, il sesto risultato utile e, soprattutto, è riuscito a mantenere inviolata la propria porta contro un avversario di primissima fascia come il Monza. Sono già tre in sette partite fin qui disputate le gare chiuse senza subire gol. “Si parla tanto di numeri, ma alla fine nel calcio vince chi fa un gol in più. Fra un 4-3 e uno 0-0 preferisco prendere tre gol e vincere 4-3. Nel calcio vale la vittoria, non prendere gol è importante, ma alla fine contano i tre punti. A fine stagione è importante l’obiettivo di squadra, non quante partite chiudo senza subire gol”.

VERSO QUOTA 100 – Ha da poco superato le 80 prsenze e punta quota 100. “Sono molto onorato di vestire questa maglia. È molto importante per me, mai ero rimasto tanto tempo con la stessa squadra. La mia famiglia si trova bene a Lecce e io mi trovo bene in questo spogliatoio. Tutto questo conta più di qualsiasi parata. Venire qui ed allenarmi mi rende felice. La cosa più bella è che si sta creando qualcosa a livello di squadra”. 

LEADER – Per il portiere brasiliano è la terza stagione in giallorosso e ammette di sentirsi un leader. Sono passati nove anni da quandò arrivò in Italia, al Milan. “Avevo 19 anni e fui accolto come in una famiglia. Ferdinando Coppola per me è stato come un fratello più grande e oggi io cerco di fare lo stesso con i miei compagni nel Lecce, appena arrivati: gli chiedo se hanno bisogno di qualsiasi cosa, anche andare al ristorante. Capisco le loro difficoltà”.

FEELING CON IL PALLONE – Durante la partita contro il Monza il portiere ha accusato un problemino alla coscia destra, ma assicura che è tutto passato. Prima di ogni partita il portiere brasiliano compie sempre il gesto di toccare il pallone.  “Lo faccio per sentire com’è il pallone perché a volte piove, altre volte c’è umidità”.Un feeling particolare con il pallone, lui che prima di diventare portiere giocava esterno destro. “I guanti e l’abbigliamento differente mi hanno sempre attratto. E così mi sono innamorato del ruolo”.

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