LECCE – La verità sui lavori al palo per il ribaltamento della stazione leccese: il parcheggio interrato su tre livelli, così come era stato progettato, non si può fare. I lavori sono fermi da circa 8 mesi, quando già 4 mesi prima avrebbe dovuto essere pronta la nuova stazione. Le indagini idrogeologiche a monte dello stop ai lavori, sono state effettuate solo nel novembre scorso. E allora come era stato approvato questo progetto nel 2019?
I carotaggi che hanno fatto emergere la presenza di acqua nelle cava dismessa sono stati richiesti circa 8 mesi fa dall’assessore ai lavori Pubblici, allora fresco di insediamento, Marco Nuzzaci. In quel momento erano trascorsi già 1 anno e 8 mesi dall’apertura del cantiere (avvenuta il 25 gennaio del 2019). “510 giorni e la stazione sarà ribaltata”: questo prevedeva il progetto iniziale. E invece non solo in 20 mesi non si è portato “a casa” nulla. Di più: nel novembre dello scorso anno quelle indagini commissionate hanno rimescolato le carte in tavola.
È stato infatti proprio l’esito di questi accertamenti, condotti in più punti della cava e per ben tre volte, a far emergere la presenza di acqua nel sottosuolo. Le prove di carico sui pilastri, che avrebbero dovuto reggere tre piani e quattrocento auto circa, hanno dunque dato esito negativo. Tradotto: così come era stato progettato, il parcheggio interrato non si poteva realizzare.
Ed è da allora che uffici e ditta incaricata sono tuttora al lavoro su una variante, che dovrà essere poi essere depositata e approvata, prima di far ripartire il cantiere. O meglio di far partire il cantiere.
Resta dunque da capire perché si siano state richieste indagini idrogeologiche approfondite così tanto in ritardo rispetto all’avvio dei lavori. Considerato tra l’altro che, oltre che dal nuovo percorso di accesso da viale Grassi, i lavori dovevano iniziare necessariamente dalla realizzazione della nuova area parcheggio, per poi passare agli interventi sui binari. Anche questi, di conseguenza, congelati.
E.FIO