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Concessioni demaniali, stop alle proroghe. La rabbia dei balneari: “Siamo stanchi”

LECCE – Stop alle concessioni demaniali. Si vada a gara. L’aut aut imposto dai giudici del Consiglio di Stato riapre una vicenda che rischia di trasformarsi in un tormentone politico-giudiziario. Con l’ultima sentenza viene confermata la scadenza delle concessioni per le spiagge al 31 dicembre dello scorso anno. I Comuni, dunque, obbligati a disapplicare eventuali deroghe al 31 dicembre del 2024. un provvedimento che chiama in causa direttamente Palazzo Carafa che aveva prorogato le concessioni delle marine leccesi sino a fine anno. Sullo sfondo resta la rabbia e l’amarezza degli attuali concessionari.

“Siamo stanchi, è ora di finirla con le chiacchiere. Abbiamo bisogno di certezze per il nostro futuro”, tuona Alfredo Prete, titolare di uno stabilimento balneare a San Cataldo.

Servono, dunque, norme chiare e definitive per uscire da questa situazione d’impasse. Nel dispositivo dei giudici di Palazzo Spada si fa cenno anche alla scarsità di risorse. Anche su questo punto si attendono lumi dal Governo centrale che a gennaio aveva chiesto altri 4 mesi all’Unione Europea per definirle e riordinare il settore delle concessioni balneari. Nel parere redatto lo scorso novembre dalla Commissione Ue e indirizzato a Palazzo Chigi, sono stati definiti “non pertinenti” i dati della mappatura italiana. Quel 67% di spazi demaniali lasciati liberi non convince del tutto i commissari. Nel frattempo però migliaia di imprenditori balneari restano nel limbo: non pretendono corsie presenziali ma il riconoscimento dell’attività svolta.

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