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Omicidio Angela Petrachi: dal DNA potrebbero emergere i tratti somatici dell’assassino

LECCE – Il prof. Adriano Tagliabracci, Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Universitàpolitecnica delle Marche, è il consulente di parte della difesa di Giovanni Camassa, il 53enne agricoltore di Melendugno che sta scontando l’ergastolo per uno degli omicidi più efferati del Salento. “Femminicidio” direbbe qualcuno oggi. Nel 2002 questo termine in Italia ancora non si usava.

Angela Petrachi, 31 anni, giovane mamma di due bambini, sparì il 26 ottobre e fu ritrovata senza vita nelle campagne della frazione di Borgagne l’8 novembre. Seviziata e ammazzata.

Camassa fu assolto in primo grado “per non aver commesso il fatto” e poi condannato nel 2012 in Appello, quando la Corte ribaltò completamente la sentenza che fu poi confermata in Cassazione. Lui si è sempre dichiarato innocente e per lui lotta la sua famiglia sin dal primo momento, definendo il processo “indiziario, senza una prova regina né un movente”. Per questo, il legale di Camassa, Ladislao Massari, ha presentato nuove prove scientifiche e ha chiesto un nuovo accesso ai reperti: reperti, soprattutto vestiti, sui quali sono stati trovati due Dna diversi, uno di uno sconosciuto, l’altro di una persona identificata. Nessuno di questi è di Camassa. Lo dice la consulenza redatta proprio dal prof. Tagliabracci che oggi, accolta dalla Corte la richiesta dell’avvocato di un nuovo accesso ai reperti, è andato a ritirarli fisicamente dal Tribunale di Lecce. Con le tecniche di ultima generazione e con dei particolarissimi marcatori, dalle tracce genetiche potrebbero emergere i tratti somatici dell’assassino, come il colore di occhi, capelli e cute.

Tra i casi di cui si è occupato Tagliabracci, ci sono anche gli omicidi di Meredith Kercher e Melania Rea. A proposito dell’omicidio di Angela Petrachi, non ha dubbi nell’affermare che non ci siano prove concrete e nenache molteplici indizi, per cui è “Più che motivato -dice- fare ulteriori ricerche per capire se sia stato qualcun altro a commettere il delitto”.

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