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Omicidio Angela Petrachi: sì dei giudici ai nuovi accertamenti richiesti dalla difesa di Camassa

LECCE- I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Lecce hanno dato il via libera all’accesso da parte dei legali e consulenti di Giovanni Camassa ai reperti (vestiti soprattutto) che riguardano l’omicidio di Angela Petrachi, la giovane mamma di Melendugno, violentata e uccisa alla fine di ottobre del 2002. La richiesta, discussa in udienza davanti al presidente della Corte Vincenzo Scardia, è stata avanzata dall’avvocato Ladislao Massari, legale della famiglia di Giovanni Camassa. Il trattorista di Melendugno per quell’omicidio sta scontando l’ergastolo dopo un verdetto di assoluzione in primo grado “per non aver commesso il fatto” ed una condanna nel 2012 in Appello, quando la Corte ribaltò completamente la sentenza che fu poi confermata in Cassazione.

Ora i reperti saranno presi in consegna dal legale ed esaminati dal consulente della difesa Eugenio D’Orio per nuovi accertamenti-tecnico scientifici sul materiale biologico con le più moderne e attuali tecnologie. Lo scopo è quello di ricercare nuove prove ed elementi sui quali presentare una nuova richiesta di revisione del processo. Agli accertamenti dovranno essere presenti anche le parti civili ( i familiari di Angela Petrachi) con i loro consulenti e il Pg.

Sul corpo e sui vestiti della ragazza furono trovati due dna diversi. Entrambi non appartenevano  Camassa.  I nuovi accertamenti permetteranno, secondo la difesa, di acquisire ancora maggiori informazioni sul Dna e sulla sostanza rilevata.

La famiglia del presunto assassino di Angela Petrachi ritiene che l’uomo sia stato condannato ingiustamente. Ma la prima richiesta di revisione del processo dopo la condanna definitiva non è stata accolta. Giovanni Camassa sta scontando l’ergastolo nel carcere di Lecce.

” La nostra prima istanza di revisione del processo era stata rigettata- commenta l’avvocato Ladislao Massari- con la motivazione che le  prove acquisite non fossero sufficienti a ritenere delle responsabilità alternative. Ed era stato sottolineato dai giudici come non fosse stata rilevata la natura della sostanza dalla quale le tracce di Dna erano state recuperate. Con più sofisticate tecnologie noi cerceremo ora di arrivare a questo. Ovviamente se si dovesse trattare di liquido seminale questo ci porterebbe a nuovi indizi, dal momento che la p0vera ragazza, prima di essere uccisa, ha subito una violenza”.

M. Cos.

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