LECCE- Dopo la bufera relativa agli esami di avvocato a Lecce per i candidati di Brescia, il Ministero della Giustizia ha avviato “accertamenti”: come spiegato dal sottosegretario Francesco Paolo Sisto in risposta a un’interpellanza urgente presentata sul caso, sono state richieste informazioni alle Corti di appello di Brescia e Lecce responsabili dell’organizzazione della seduta durante la quale, dimenticando il microfono acceso, uno dei commissari avrebbe pronunciato la frase “non possiamo promuoverli tutti, restiamo bassi”.
La segnalazione anonima, poi, era stata diffusa sui social scatenando il putiferio. L’esame per l’abilitazione alla professione forense, a causa dell’emergenza sanitaria, si è svolto a distanza attraverso un collegamento con piattaforma telematica e dagli “elementi conoscitivi finora acquisiti – spiega il ministero – deve ritenersi che gli accorgimenti tecnici per garantire la segretezza della camera di consiglio non siano stati adottati e che, in particolare, la discussione tra i commissari della quarta sottocommissione di Lecce sia avvenuta, inavvertitamente, nella medesima stanza virtuale utilizzata per l’esame del candidato e il collegamento con il segretario presenti a Brescia”.
Dalla relazione trasmessa al ministero emerge che “nella giornata del 4 giugno 2021 sono stati esaminati cinque candidati di cui i primi tre ritenuti idonei (il primo e il terzo con il punteggio di 18/30 e la seconda con il punteggio di 22/30) e il quarto e il quinto non idonei con il punteggio rispettivamente di 12/30 e 14/30. Al momento dell’esame del terzo candidato mutava la composizione della commissione attraverso la sostituzione di un componente professore con un componente magistrato che si collegava da remoto. In questa fase sarebbero state proferite le espressioni riportate dagli organi di informazione”.
Nella risposta all’interpellanza, il Ministero ha chiarito anche che “con riferimento alla frase attribuita dalle notizie di stampa al componente magistrato ‘non possiamo promuovere tutti, stiamo bassi’ deve precisarsi che tale espressione non riflette correttamente quanto dichiarato”: il commissario ” in prima battuta chiedeva agli altri componenti notizie sugli esiti delle prime prove alle quali non era stato presente, invitando, come sovente accade nelle discussioni interne ad una commissione giudicatrice, a valutazioni più rigorose, mentre con riferimento all’espressione ‘stiamo bassi’ la stessa si riferiva non al dato numerico degli idonei alle successive prove orali, ma alla valutazione della singola prova di esame in base al rendimento del candidato”.
Il ministero, conclude il documento letto dal sottosegretario Sisto, “dedicherà particolare attenzione al regolare svolgimento delle prove e all’organizzazione tecnica di esse nell’interesse dei candidati chiamati a sostenere l’esame”.