ROMA – Questa mattina alle porte del Mise c’erano anche Ricky Tognazzi e Simona Izzo, in qualità di registi del film “della discordia”. Erano al fianco di Riccardo Cristello, operaio licenziato dall’ex Ilva di Taranto, “reo” di aver intrecciato in un post su fb la fiction da loro prodotta “Svegliati amore mio” alle condizioni del capoluogo ionico, facendo sentire chiamata in causa l’acciaieria nella quale lavorava.
Arcelor, dopo quel post, lo ha licenziato. Dopo qualche giorno, e un polverone mediatico sulla vicenda, ha poi accettato di incontrarlo. Ma da allora nessuna buona nuova sul tanto auspicato reintegro a lavoro.Il sindacato Usb, al quale Riccardo ha chiesto aiuto, dopo una serie di proteste davanti ai cancelli dell’acciaieria, nelle scorse ore ha raggiunto la capitale.
La questione è stata portata così all’attenzione del Ministro allo sviluppo Economico, Giorgetti.
Il licenziamento di Cristello «è inquietante – ha rimarcato Tognazzi – è come se ci volessero togliere la libertà di pensare, violando (appunto) la libertà d’espressione e i diritti costituzionali. Speriamo che il Ministro voglia darci ascolto».
Intanto, in riferimento alla nota vicenda dell’ordinanza per fermare le fonti inquinanti emanata dal sindaco Melucci nel febbraio 2020 relativa allo stabilimento siderurgico ex Ilva e attualmente al vaglio del Consiglio di Stato e per la quale è fissata l’udienza del 13 maggio 2021, l’amministrazione comunale ha ricevuto un ulteriore atto di appello da parte del Ministero della Transizione Ecologica.
“Il Comune – fa sapere il sindaco – alla luce del fondamentale diritto alla salute coinvolto, ha oggi richiesto al Consiglio di Stato di non differire l’udienza, e di decidere la causa all’esito di quella già fissata per il 13 maggio. A questo punto la palla passa alle controparti Arcelor Mittal, ILVA e Ministero, che potrebbero invece insistere per lo spostamento della decisione.
Voglio confermare alla cittadinanza – aggiunge il primo cittadino – che stiamo facendo tutto il possibile per arrivare nel più breve tempo a una soluzione della vicenda e dei gravi problemi che interessano la nostra popolazione. Vedremo se anche le altre parti avranno a cuore gli stessi obiettivi, o se invece, al di là delle dichiarazioni pubbliche, preferiscono perdere ulteriore tempo prima che il giudice si pronunci”.